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20130327 ciproLa notizia sta facendo il giro del mondo e non sono poche le reazioni che si sentono da più parti: a Cipro i conti correnti subiranno un prelievo forzoso da parte dello stato con percetuali tutt'altro che leggere. Nel frattempo, per evitare che i Ciprioti prendano d'assalto le banche e prelevino in massa i loro risparmi, le banche sono rimaste chiuse. Unica via d'uscita possibile per il contante sono i bancomat, che sono riconoscibili per strada dalle lunghe file di correntisti che cercano di proteggere i loro risparmi.

 

In questo momento la notizia è un TopTrend su Twitter, e molti altri social network riportano analisi, articoli, consigli e informazioni di ogni genere, tra cui è molto facile perdersi. La situazione pare, come facilmente prevedibile, ancora piuttosto confusa ed in divenire, ma possiamo analizzare assieme alcune delle notizie ricevute e fare un punto sulla situazione.

 

La manovra della discordia

Il prelievo è stato "concordato" da UE e da FMI, che hanno accordato un piano di salvataggio delle banche di Cipro pari a 10 miliardi di euro, a condizione che sia effettuato il prelievo forzoso una tantum al fine da ridurre la quantità di soldi necessaria per il salvataggio. La crisi dello Stato di Cipro e delle banche, viene quindi sanata dai privati. Questa strategia viene proposta o imposta in diverse salse in Europa, ma è la prima volta che viene imposto (e accettato) un prelievo forzoso sui conti correnti, creando quindi un pericolosissimo precedente per tutti i possibili futuri casi analoghi.

L'FMI ha quindi richiesto che Cipro si finanziasse "autonomamente" per la parte non coperta dal salvataggio... attingendo ai soldi dei correntisti. I prelievi sui conti correnti avranno 2 scaglioni: il 9,9% per i conti superiori a 100.000 € e il 6,75% per tutti quelli inferiori.

Come è facile prevedere c'è chi considera questo gesto un vero e proprio furto. La decisione e la notizia sono arrivate a mercati chiusi ed a cavallo del week-end. La giornata di oggi, lunedì 18/3, le filiali restano chiuse per impedire i prelievi dei contanti. Notizie dell'ultima ora confermano che le filiali rimarranno chiuse fino a giovedì 21 marzo .

 

Non è la prima volta

Una misura del genere era già stata adottata in Italia dal governo Amato nel 1992 [1] [2], ma in misura decisamente più contenuta: lo 0,6%, un decimo di quello che toccherà ai Ciprioti meno abbienti con conti modesti. Mentre la chiusura delle banche ricorda gli episodi analoghi della crisi del '29 e del default Argentino del 2001.

 

Non sarà certo l'ultima.

Si vedono già funi scuri all'orizzonte se Jork Kramer, Chief Economist della Commerzbank tedesca prospetta una misura analoga per altri paesi europei, tra cui l'Italia, al fine di ridurre il rapporto debito/pil. Gli fa eco la Goldman-Sachs secondo cui "chiunque abbia un deposito in zona Euro dovrebbe preoccuparsi", e questo ovviamente include tutti i correntisti europei

 

Le reazioni in Italia

In Italia, complice la crisi, la mancanza di un governo e la conseguenze situazione di instabilità, la notizia di Cipro è stata accolta con preoccupazione. Moltissimi credono che il prossimo stato a potersi trovare in una situazione simile sia proprio l'Italia.  Questa preoccupazione diffusa fa temere che la sensazione di "essere ancora in tempo" faccia fare agli italiani la corsa agli sportelli da cui i Ciprioti sono stati eslcusi, azione che potrebbe scatenare una "profezia auto-avverante".

 

Alcuni aspetti comuni rilevanti

Misure di questo tipo sono spesso avvenute "a sorpresa" per risparmiatori e correntisti. Non c'è preavviso ufficiale

  • I mercati vengono sempre tutelati: queste azioni partono quando le borse sono chiuse, per evitare che la notizia crei contraccolpi immediati il giorno dopo.
  • La notizia viene data al pubblico solo "a cose decise" e possibilmente anche già disposte. Per questo il giorno preferito è il venerdì
  • Qunado la notizia è data non c'è più nulla da fare: i metodi per impedire la fuga dei capitali sono già allestite ed operative
  • Da prepper, dobbiamo ricordare che in ogni emergenza "conta solo il contante".

 

Date queste premesse e la situazione c'è davvero da chiedersi se sia il caso di lasciare i soldi sul conto corrente, data soprattutto la resa pressochè nulla degli interessi che se ne ricavano. Non vogliano però creare dell'allarmismo inutile, ma spingere ad una riflessione su cosa convenga davvero fare (da prepper) per proteggere i propri risparmi in questo periodo.

 

 

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