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"Servire e proteggere" (motto dei colleghi poliziotti statunitensi) è sicuramente uno dei mestieri più duri e difficili che ci possano essere in un contesto complicato, arrovellato e sempre in equilibrio precario come quello italiano. Non a caso le persone che vogliono diventare agenti di polizia devono superare una lunga fase di addestramento e formazione che, solitamente, inizia col servizio militare.

Ma non bisogna dimenticarsi che questi servitori dello stato, sono anche e soprattutto uomini e donne, e come tali hanno le loro fragilità, i loro momenti di difficoltà e che quindi, come tutti gli esseri umani, possono sbagliare.

Vogliamo presentare qui un paio di episodi affinché si possa riflettere sulla situazione in cui sono messi questi agenti, per un modesto stipendio di 1300 euro al mese circa, e su come la pressione della crisi sociale pesi anche su di loro. Vogliamo far capire che se anche un poliziotto ha certe reazioni umane e certi comportamenti, questi vanno letti come un brutto segnale dello stato in cui vivono le nostre comunità.

 

Errare è umano

Non è sui loro errori ne sulle loro responsabilità che vogliamo soffermarci oggi, ma sul sintomo che alcuni episodi possono rappresentare. Non è nostro compito stabilire se un gesto sia sbagliato o se ci sia qualcosa da spiegare o giustificare: come sempre abbiamo dichiarato su questo sito la nostra intenzione è quella di restare sempre e comunque nel rispetto legge.  Agli Agenti delle FFOO va anzi tutto il nostro ringraziamento.

Non spetta neppure a noi stabilire se gli agenti che vi presentiamo oggi siano o meno degni rappresentati della categoria di cui fanno parte: ci sono commissioni ed organi interni preposti a questi compiti (se si ravviserà la necessità di farvi ricorso).

 

Posizioni scomode

Gli agenti delle forze dell'ordine sono un po' presi in mezzo: da una parte la crisi preme anche su di loro, e possiamo essere certi che hanno anche loro argomenti validi per cui protestare sotto le stanze del potere. Contemporaneamente hanno il compito di difendere le istituzioni ed i cittadini, parti alle volte contrapposte nelle manifestazioni di piazza.
Abbiamo infatti già avuto modo di mostrare come le forze dell'ordine siano chiamate in causa in questi frangenti. Abbiamo già anche fatto vedere come alle volte agenti e soldati preferiscano i principi e l'etica alle regole ed alle leggi.

 

Lo sfogo

Il centro di questo articolo è tutto nelle parole che potrete sentire qui sotto: un sedicente commissario di polizia telefona in radio e dichiara la sua ricetta per salvare il paese: entrare armato di tutto punto in parlamento e "sistemare le cose sparando a destra e a sinistra". Nell'incredulità dei conduttori che cercano di raccogliere quante più informazioni al fine di identificare l'uomo, questi conferma più volte il suo metodo, dandone motivo. Lui stesso, non ostante il suo lavoro ed i giuramenti che ha fatto, è stufo della situazione attuale,  incarnata dai politici e dal loro operato ai danni della società.

<< Audio rimosso dal proprietario dello stesso >>


Come dicevamo, possiamo considerare questo come uno sfogo, forse anche come le parole di uno squilibrato millantatore, una boutade. Ma quello che ci deve far riflettere è lo stato delle cose che queste parole denunciano.

Tempo fa, quando ci furono i primi casi di imprenditori del nord-est portati al suicidio dalle cartelle esattoriali di Equitalia, in molti hanno temuto che prima o poi le persone esasperate avrebbero preferito puntare le loro armi altrove puittosto che contro se stessi. Questo è, purtroppo, un preoccupante segnale di una direva in quella direzione.

Una deriva che speriamo di non raggiungere mai.

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