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Una delle strategie più note, ma anche più confuse e meno comprese, del prepping è il "Bugging Out", ovvero squagliarsela quando le cose si mettono male. Questa strategia è probabilmente la più antica del mondo, la fuga, ed è tuttora applicata con grande successo da millenni nel regno animale.

Elemento fondamentale nato da questa strategia è la Bug out Bag, o BOB, di cui abbiamo già parlato, strumento che da solo si è meritato un capito dedicato con tanto di varianti sul tema ( "get home bag", "72 hours kit" etc..).

Tuttavia la regola imperante nel prepping è che "non esistono no-brainers": ogni cosa può e deve essere messa in discussione e sono davvero pochissimi i postulati a cui possiamo affidarci ciecamente al punto di agire senza pensare. Il Bugging out non fa eccezione, tant'è che esiste una strategia esattamente opposta: il "bugging in", ovvero trincerarsi nel posto sicuro in cui siamo (casa?)

Vediamo quindi quali sono gli aspetti da considerare, le variabili in gioco e quando questa strategia sia da applicare o evitare.


Capire la strategia della fuga

Vasco Rossi sosteneva, giustamente, che

. Non gli si può dare torto se si considera quante volte ci si mette in condizioni di conflitto che non possiamo gestire solo perché non accettiamo l'idea di desistere. Come dicevamo la strategia della fuga è la prima opzione presa in considerazione da qualsiasi animale in una situazione di pericolo. Anche i predatori tanto cari a certa iconografia da souvenir non fanno eccezione: lupi, leoni, tigri, aquile, squali e archetipi vari presi alla sprovvista o in inferiorità numerica se la danno a gambe senza troppi problemi, e vivono un giorno in più.

Lo scopo della fuga è quello di minimizzare le perdite. Messi di fronte ad una situazione conflittuale molto spesso ci si può rendere conto che le perdite sarebbero tali da rendere il tutto sconveniente e controproducente persino in caso di "vittoria". Ecco quindi che tra le opzioni "vince" o "perdere" può capitare che siano sconvenienti entrambe, e che la strategia vincente sia quella di non combattere.

Essendo la strategia di bugging out una vera e propria fuga, è bene avere chiaro in mente questo concetto per capire le motivazioni di base.

 

Lo scopo delle strategie.

"Bugging out" (scappare) e "bugging in" (trincerarsi nella propria tana) sono strategie diametralmente opposte che hanno lo stesso medesimo obiettivo: trovare un luogo sicuro in cui stare, almeno temporaneamente. Risulta quindi chiaro che il qualsiasi "bugging" scegliate, il punto d'arrivo sarà quello di avere un posto sicuro, e contemporaneamente, chiarito lo scopo diventa immediatamente più semplice capire come fare la scelta:

  • se il luogo in cui siamo è l'alternativa più sicura di altre, è difendibile e rifornito,  meglio scegliere il bugging in
  • se il posto in cui siamo non è sicuro o potrebbe diventare pericolo e ho alternative migliori, meglio scegliere il bugging out

Risulta chiaro quindi che non esiste una strategia che sia sempre vincente a cui affidarsi ciecamente a priori. Se è vero che conviene sempre avere pronta la propria BOB, non vuol dire che ad ogni possibile problema o sussulto dobbiamo automaticamente afferrarla lanciarci fuori dalla porta

 

Vantaggi, svantaggi e falsi miti.

Bugging out non è campeggio. Pochi hanno davvero la consapevolezza di cosa voglia dire "stare tra i boschi" o "per la strada" per qualche ora o giorno. Non è affatto semplice come sembra, specie se si elimina la possibilità di comprare quello che ci serve al momento. Dobbiamo poi considerare che le scorte di cibo che abbiamo possono essere estremamente limitate. Non bisogna farsi fregare dalla sindrome della "casa nella prateria": sopravvivere fuori casa è molto più arduo di quanto si possa pensare. Ecco quindi che il "bugging out" a tempo indefinito è un pensiero da scartare, un suicidio.

 

il Bugging out va sicuramente considerato quando

  • la nostra casa è di per se a rischio (eventi naturali quali terremoti ed alluvioni)
  • la nostra casa rischia di diventare una trappola (impedendoci di fare un bug-out)
  • la nostra casa non è difendibile o attira troppo l'attenzione
  • stiamo per finire le scorte
  • le forniture (acqua, elettricità, gas) non saranno più disponibili a lungo
  • ho un posto dove andare
  • ho la possibilità di intraprendere il viaggio e la capacità ed i mezzi per portarlo a termine con successo
  • so che questa destinazione è sicura, rifornita e pronta ad accogliere le mia famiglia

 

il Bugging in va considerato quando

  • le condizioni all'esterno sono più pericolose che all'interno (e penso che questo non si ribalterà)
  • non ho una destinazione (bug out location) disponibile o non la posso raggiungere
  • la situazione sembra essere temporanea ed è probabile che si ristabilisca a breve
  • la casa è sicura (protetta, nascosta)
  • abbiamo rifornimenti in quantità sufficiente a superare l'emergenza o a predisporre ulteriori approvvigionamenti

 

Come scegliere.

Ci sono molti fattori che concorrono a far pendere la decisione da una parte o dall'altra. Nel soppesarli però non bisogna mai scordare qual'è lo scopo finale di tutto: trovare un posto sicuro.

Il nostro processo deve essere quanto più possibile logico e razionale. Non possiamo farci guidare dalle emozioni, e dato che solitamente queste dovranno essere presi in momenti di forte stress, non fa mai male sottolinearlo

Riportiamo quindi un elenco di punti da considerare, senza per questo poter tracciare un diagramma banale che ci porti, meccanicamente, alla decisione finale sul cosa fare: la scelta e la responsabilità sono e restano comunque nostre.

  • a che tipo di evento siamo soggetti. questa è la madre di tutte le questioni: avere un'idea della situazione in cui siamo ci permette di fare una scelta informata. Eventi diversi faranno sicuramente propendere per soluzioni diverse.
  • quanto durerà l'evento in se e quanto gli effetti. Un terremoto dura pochi minuti, gli effetti durano anni. Dobbiamo sapere per quanto tempo la nostra scelta dovrà mostrarsi valida
  • a quale tipo di pericolo o rischio siamo sottoposti. Questo ci permette di capire quale luogo sia più sicuro: in caso di alluvione una casa in collina è sicura, in caso di incendio no...
  • quanto tempo ho per decidere. potremmo dover uscire subito, o avere alcune ore a disposizione. In alcuni casi può anche succedere di avere una situazione in lento progressivo peggioramento che lascia un paio di giorni. Inoltre è necessario capire se una data situazione potrebbe evolvere in modo da  precludere delle opzioni. Uscire troppo presto ci porta ad abbandonare le risorse che abbiamo a casa e che non possiamo portare via. Uscire troppo tardi potrebbe farci perdere l'occasione buona.
  • la/le destinazioni. L'optimum sarebbe avere più di una opzione verso cui migrare. Può darsi che la destinazione prestabilita non sia affatto più sicura della posizione attuale. Destinazioni valide possono essere (a seconda delle situazioni) case di amici o parenti, case di vacanza, ritrovi prestabiliti. Tutti devono essere a nostra disposizione e pronti ad accoglierci.
  • il percorso da intraprendere. Bisogna capire se saremo in grado di fare questo viaggi.  quanto sarà faticoso? la strada è sicura? abbiamo i mezzi per farcela?
  • componenti della famiglia.Abbiamo bambini o anziani con noi? quali sono le condizioni fisiche dei componenti?
  • cosa portare. La nostra dotazione deve metterci in condizione di intraprendere il viaggio e, almeno, di portarlo a termine. Idealmente potremmo avvalerci anche di qualcosa che aiuti durante per i primi momenti una volta arrivati. Non sarebbe male se la destinazione fosse già almeno parzialmente equipaggiata con scorte e strumenti utili alla permanenza.

 

Non è detto che siano i soli, ma sicuramente questi punti vanno considerati per fare una buona scelta. Il fattore "testa" è sempre fondamentale ed è l'unico che guida. Non esisteranno due situazioni identiche, e per questo non esistono regole.

 

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