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20130919-Cyber911ll nome è decisamente altisonante: "Cyber-9-11". E' stato scelto per indicare un attacco informatico alle infrastrutture informatiche e ai canali di comunicazione  degli stati che per modalità, immediatezza ed imprevedibilità ricordi l'attacco alle torri gemelle. Solo una cosa sarebbe diversa: l'effetto. Un simile attacco infatti, se portato a termine con successo, avrebbe effetti estremamente più vasti, profondi e duraturi.

A parade di questo attacco, recentemente, è stata Janet Napolitano, segretario del Department of Homeland Security (dipartimento della sicurezza domestica) americano, descrivendo come possibile, realistico ed incredibilmente pericoloso.

Quali sono le implicazioni di questo tipo di attacco? Cosa comporterebbe? E' possibile correre ai ripari?

 

La rete (ormai) è vita

Abbiamo di recente pubblicato una serie di articoli sui vari aspetti della sicurezza in rete. Chi ci ha seguito si sarà di sicuro reso conto dell'importanza della rete per la nostra vita quotidiana, per la possibilità di accedere a informazioni, di comunicare e accedere a servizi di vario genere. Ovviamente la rete è fondamentale anche per il lavoro, al punto che se di colpo la perdessimo un intero paese potrebbe fermarsi e trovarsi sbalzato indietro nel tempo al 1980.

E' chiaro quindi che attaccare la rete in uno stato (nel nostro caso la dorsale principale che va dal MIX a Milano fino alla centro di Val Cannuta a Roma)  vuol dire bloccare di fatto molte delle comunicazioni. E non si tratta solo di Internet: le reti dei carrier telefonici e delle telecomunicazioni in genere sono strutturate in modi molto complessi, per cui è facile che alcune linee di comunicazione siano, in alcuni tratti, basati su internet.

 

Un asset strategico

Ovviamente i militari si sono accorti da tempo dell'importanza della rete. Negli ultimi anni ci sono state testimonianze di attacchi via Internet dalla Russia alla Cecenia, e più recentemente, durante le tensioni di inizio anno, la rete della Corea del Sud è stata attaccata dalla Corea del Nord. Notevole tensione poi si è avuta tra USA e Cina per gli attacchi portati da una divisione dell'esercito cinese specializzata.

Strategicamente, l'attacco via Internet è utilizzato come primo assalto, usato per accecare o rallentare il nemico prima ancora di passare all'uso di armi tradizionali.

 

Il caso più eclatante

Il virus Stuxnet del 2006 è forse il caso più rappresentativo dell'utilizzo di "armi informatiche". Spiegato in breve, Stuxnet è il virus più sofisticato che mai sia stato scritto, ed è arrivato agli impianti di arricchimento dell'uranio (pare) attraverso l'installazione di alcune stampanti. Il suo compito era quello di far esplodere gli impianti senza che nessuno si potesse accorgere di nulla, secondo una procedura molto simile a quanto si è verificato (per cause diverse) all'impianto di Fukushima.

Vi riportiamo qui sotto due video eccezionali che spiegano in modo semplice e dettagliato il funzionamento, gettando alcune ombre sinistre sulla sua origine.

 

 

Stuxnet: Anatomy of a Computer Virus from Patrick Clair on Vimeo.

 

Un retroscena politico

Il recente caso Snowden ha dimostrato quanto i governi mirino ad avere il controllo della rete, delle comunicazioni e dei dati. Alcuni ritengono che agitare lo spauracchio del "Cyber-9/11" sia in realtà un modo per cercare di ottenere la legittimazione ad azioni ancora più invasive, tramite ordinanze quali il CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act).

 

Quasi un EMP

L'impatto che un attacco su vasta scala potrebbe avere, è assimilabile a quello di un EMP. Il blocco di molti mezzi di comunicazione e il danneggiamento di alcune importanti infrastrutture o peggio il loro danneggiamento tramite armi come Stuxnet, potrebbero avere conseguenze dirette ed indirette gravissime.

Sebbene rialzarsi da un simile attacco sia possibile, i costi in termini di tempo e di denaro sarebbero estremamente elevati.

Nel frattempo, come dicevamo, saremmo sbalzati al 1980. O forse all 1983, anno di uscita del famosissimo War Games.

 

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