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Stile di Vita

20130208 nonnacesiraSeguendo l'esempio dato da StaffbumBag, anche la nostra amica Anna raccoglie le esperienze e le considerazioni della nonna. Un dialogo istruttivo ma anche tenero e commovente. Vi presentiamo nonna Cesira.

 

quotmark openBuon giorno a tutti,mi chiamo Anna e sto per intervistare
una simpatica signora "Prepper" nata nel millenovecento, preciso! La signora Cesira Bedetti.
 
 
 
A:- Salve, signora Cesira, ci parli di lei, di come era la sua vita da bambina?

C:- Da piccola , vivevamo in un terreno a mezzadria nelle campagne marchiagiane,
ma successe un fatto insolito e problematico per l'epoca...

A:- Quale?
C:- Mio padre e suo fratello  ebbero, quasi tutte figlie femmine, mio padre dovette aspettare il quinto figlio per avere un maschietto, ed a mio zio toccò la stessa sorte. Ciò significava che non avevano braccia da lavoro per portare avanti l'attività contadina. Non esistevano trattori, diserbanti, o polli allevati in batteria, e tutto si doveva fare con la forza delle braccia!

A:- Le due famiglie si spostarono sulla costa, a 30 km dal mare, dove lei è cresciuta?
C:- Si, e fu grazie agli aiuti del paese dove ci fermammo, che ci venne regalato a poco prezzo un fazzoletto di terra. I miei genitori e zii iniziarono a costruire l'abitazione che tutt'ora è in piedi e ha superato anche le calamità naturali. All'epoca avevo si e no 5 o 6 anni.

A:- Ma, la sua vita come si svolgeva?
C:- Si capisce che la vita fu eccessivamente dura dovento edificare una casa, e come se non bastasse già il periodo storico,  si fecero sacrifici, su sacrifici. Intanto a 7 anni mi mandarono a fare la baby-sitter (come si direbbe oggi), ad un vicino, e non solo!

A:- A che età  ha iniziato a cucinare ?
C:- Ah, mi viene da sorridere, perchè già dall'età di 7/8 ho dovuto imparare a fare la pasta! Ma intendiamoci era senza uovo, cioè farina (e non bianca), e acqua. Mi riusciva bene! Poi c'erà da fare il pane, ma a quello ci pensavano le mie sorelle più grandi, e infine i panni da andare a lavare al lavatoio.
Per un uovo per esempio, alla cantina (che oggi chiameremmo bar) ti davano un quartino di vino. Oh, ma il vino era un lusso!Gli uomini non si risparmiavano la fatica al pari delle donne, facevano  i mestieri, di  fabbro, calzolaio,venditore ambulante oppure andavano a lavorare in campagna a giornata, o alla cava di Falconara Marittima (circa 15 km a piedi).
Poi si tenevano le galline , sopratutto per le uova, e gli uomini, nel tempo libero (non c'era internet), aiutavano a fare il "maiale", nelle varie case coloniche, ci guadagnavano il lardo, o il vino, più che il denaro.Certo il vino era proprio un lusso, e i liquori fatti in casa anche di più!

A:- Come neanche il vino? Ce ne sarà stato a profusione, la società era per lo più dedita all' agricoltura, e ogni famiglia di  fuori città avrà avuto un'orto con il suo bel filare di uva? 
C:- Certo, ma magari si barattava, e molti usavano fare l'acetello, cioè usavano i "raspi " del grappolo messi a macerare con acqua e acini, magari quelli rovinati o meno belli. Dopo un periodo di 2/3 settimane in cui era fermentato, si filtrava e metteva in orci di terracotta. Ne veniva fuori una via di mezzo tra il vino e l'aceto. Serviva anche per la cucina.

A:- Raccontata così, dà l'idea che eravate molto poveri!
C:- Oh, no, anzi noi eravamo benestanti, sempre da lavoro ma, avevamo anche la mucchetta nella stalla (un capanno esterno) che ci dava il latte, il burro, la ricotta ,il formaggio, e chi più ne ha ne metta.
Naturalmente si vendeva, o barattava, e noi bevevamo latte, diluito, certo, ma ancora più consistente di quello attuale.
Sicuramente, finito di costruire la "casa", le cose andarono meglio. Parliamo del 1915/16, ma non per molto, perchè nel 1916, come sa, ci fù lo scoppio della 2°guerra mondiale, e quasi tutti gli uomini validi furono reclutati. Una tragedia! Meno male che noi eravamo, quasi tutte donne, e quindi, le cose non cambiarono poi di tanto! 
Continuavamo a fare il pane, e sopratutto, quella cosa che all'emilia ha portato tanta fortuna e la chiamano "piadina".Da noi si chiamava "frittella". E non perchè , o non solo, veniva fritta con lo strutto. La realizzavi con ogni sorta di cibo, dalla polenta avanzata, alla farina di ceci, al pane raffermo, e infine con gli avanzi della sfoglia per la pasta.
Una cosa che adoravo, invece era il pane raffermo con molta  acqua un'antichia di  vino e miele; oppure, la polenta avanzata (se ne faceva un pò di più) la si saltava in padella, assieme sempre ai tozzetti di pane e un tantino di strutto. Ce lo litigavamo, sopratutto i tozzetti di pane. 
Sono stanca, ma  voglio raccontare  anche di un'altro cibo, gli animalisti me ne vorranno però, era una mano santa per le proteine: stò parlando del sangue di maiale appena ucciso, saltato in padella con la cipolla, una sciccheria.Lo so, magari, inorridite, ma  così era!
E che dire dei "baci" (bachi)da seta che ognuna di noi seguiva personalmente, e la cui seta sarebbe diventata il nostro corredo matrimoniale! Dovevamo preoccuparci di dare foglie fresche di gelso ai bachi, e alla loro morte prima che uscisse la farfalla dal bozzolo, si immergevano in una grande tinozza di acqua bollente, poi una volta tolti e asciugati al sole, si filavano ricavandone un filo di seta per i nostri scialli  o da intessere nei nostri corpetti.
Eravamo tutte ragazze, e ci si teneva molto a queste cose! In casa avevano un'attrezzo per tessere a mano, e gli arcolai per realizzare gomitoli di filo, sia di canapa, che di lana o di seta, per lo più in ogni famiglia aveva i suoi, e se c'erano ragazze da marito , figuriamoci! 
Ma ora sono veramente, molto stanca , continuiamo domani, magari! Vi saluto e vi abbraccio.
 

 

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