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Preparazione

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DocMaxQuando una ferita può essere trattata da noi? E quando invece deve essere vista da un medico?
Queste sono le prime domande alle quali cercheremo di rispondere in questo articolo, primo della serie del DocMax.
Immagite di trovarvi nel bel mezzo di una situazione di emergeza: caos, confusione, gente che corre da ogni parte e quanto di più terrificante potete immaginare. Siete feriti e perdete sangue. Le ambulanze sono lontane, e l'unica assistenza medica a qualche chilometro da dove vi trovate. Cosa potete fare?


La prima osservazione
Innanzitutto osservare la ferita e capire il tipo di sanguinamento. Di che tipo è?

  • Un sanguinamento importante e a schizzi intermittenti di colore rosso vivo (a) è un cattivo segno: è compromessa un'arteria, che porta il sangue ossigenato dal cuore ai tessuti. Se non viene fermata l'emorragia entro poche ore si può anche arrivare a perdere l'arto (o il tessuto a valle del sanguinamento) o morire per shock ipovolemico (shock da riduzione del volume di sangue). Stesso discorso per ferite da taglienti che sono penetrati nella cavità addominale (emorragia interna – non tentare per nessun motivo di rimuovere il corpo estraneo) oppure nel collo e hanno compromesso le vie aeree.
  • Se il sangue invece è scuro ed esce in modo costante (b) l'emorragia ha interessato una vena, che riporta il sangue non ossigenato verso il cuore.

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Che fare
In entrambi i casi, se la perdita di sangue è massiccia, non si può fare granché oltre l'applicare pressione sulla ferita con un panno pulito o un indumento. Per evitare l'ischemia, la compressione deve essere la minima sufficiente a fermare il sanguinamento. A volte una compressione di un almeno un quarto d'ora basta a fermare un'emorragia, ma entro qualche ora dovete assolutamente rivolgervi a personale medico qualificato.

Se la compressione diretta sulla ferita, il sollevamento dell’arto o la compressione dell’arteria a monte non fermano il sanguinamento si può valutare l’utilizzo del laccio emostatico, che non è quello tubolare in gomma usato per i prelievi: deve essere piatto (una cintura per pantaloni ad esempio) e provvisto di apertura immediata (reperibile online).
 

Attenzione: l'applicazione di un laccio emostatico a monte della ferita potrebbe comprimere l'arto al punto da fare ancora più danni!

Una volta applicato segnate con un pennarello sulla fronte della persona l’orario di applicazione: sarà utile al personale medico per capire da quanto tempo l’arto è senza ossigeno.

Se la ferita non sembra molto grave e profonda e il sanguinamento non è profuso si può agire con più "calma" e per prima cosa bisogna scongiurare una eventuale infezione: il taglio va posto direttamente sotto un getto d'acqua corrente e la ferita deve essere pulita da eventuali detriti. Successivamente bisogna disinfettare: possono andar bene anche l'acqua ossigenata o in ultima battuta l'alcol, anche se causano più dolore, ma il miglior disinfettante in commercio è la soluzione di iodio povidone, nome commerciale Betadine®, che non dovrebbe mancare in nessuna cassetta del Pronto Soccorso. Una volta pulita, la parte va asciugata bene comprimendo con delle garze, possibilmente sterili, per qualche minuto per fermare l'emorragia. Tutte le ferite profonde inoltre richiedono una sutura.
Se vediamo che fortunatamente avvicinando i lembi questi combaciano bene (taglio netto) e smettono di sanguinare, si può ripegre su mezzi di fortuna provvisori come nastro telato (duct tape). Nel caso del cuoio capelluto si possono usare come punti di sutura anche le ciocche di capelli legate assieme!

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Casi particolari:

  • a valle della ferita si avvertono formicolii o perdita della sesibilità: potrebbe essere una lesione nervosa;
  • non è possibile fare un determinato movimento: potrebbe trattarsi di una lesione tendinea;
  • il sanguinamento è molto più difficile da fermare: forse si sono assunti anticoagulanti o antiaggreganti come la cardioaspirina
  • soffri di diabete o altre patologie croniche: la tua guarigione avviene più lentamente, e quindi rischi complicazioni come le infezioni.

 

Ferite a rischio infezione:

  • ferite i cui margini diventano gonfi, rossi, caldi
  • ferite con annesse fratture ossee
  • ferite profonde, con margini sfrangiati e molto sporche, difficili da pulire (sono a rischio di infezione tetanica)
  • morsi di animali.

Una volta superata la fase acuta, in cui sei riuscito a fermare l'emorragia dopo aver adeguatamente pulito la ferita, rivolgetevi a personale medico entro 12 ore. Anche la più piccola puntura espone all'ingresso di agenti patogeni che, senza un'adeguata terapia antibiotica, possono uccidere.

E' doveroso ricordare che il discorso ferite è molto più ampio e che queste andrebbero valutate caso per caso: per ora queste informazioni possono bastare a dare una prima indicazione su come comportarsi.

In futuro DocMax approfondirà altri aspetti anche sulla base dei commenti e delle vostre curiosità! Alla prossima!

 

Info:
DocMax è in realta il Dr. Massimiliano Bellisario, Medico Chirurgo specializzato in Medicina Generale e appassionato di Medicina dei Disastri.Collaborazione con Prepper.it per divulgare informazioni corrette riguardo al primo soccorso in caso di emergenze. Gestice la pagina facebook  Facebook.com/NextSolarStorm  dedicata alla sua guida di sopravvivenza alle tempeste solari

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