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Economia

20140714-ImprenditoriAbbiamo più volte indicato come la crisi economica sia uno dei problemi più grandi del nostro paese, e di come sia tra gli scenari più probabili per un Evento in Italia. Abbiamo anche detto come per molti, l'avvicinarsi al prepping sia proprio il sintomo della sensazione di impotenza e di precarietà del baratro che molti vedono.

Ma non avremmo mai pensato di ricevere la lettera di un imprenditore che ci scrive proprio per raccontarci la sua situazione, per spiegarci come ci si è trovato. E' per noi quindi un onore inaspettato ricevere queste parole e quindi diffonderle.

Pare assurdo, ma questo giovanissimo imprenditore del sud si trova in una situazione economicamente difficile per una sola ragione: ha fatto onestamente il suo lavoro, ma il cliente era lo Stato.

 

quotmark open

Sono un imprenditore di 22 anni calabrese, guido l’azienda di famiglia dall’età di 18 anni. Ho deciso di percorrere questa via per aiutare mio padre che da solo avendo un età non riusciva ad andare avanti, cosi mi sono avviato in questa avventura portando in 4 anni l’azienda di famiglia, che lavora solo con enti pubblici, a triplicare il fatturato ha mantenere 9 dipendenti e a far lavorare l’azienda anche fuori regione.

 

Adesso però, dopo quattro anni, mi trovo con 900.000 euro di credito accumulato verso gli enti, che mi tengono sempre sul filo del rasoio tra le banche, i fornitori e lo Stato.

Lo Stato mi mette in mora perchè non riesco a pagargli quanto dovuto puntualmente, questo nonostante il grosso credito che ho verso lo Stato stesso. Tuttavia lo Stato pretende che io sia in regola per primo con versamenti, contributi assicurativi ed altri adempimenti, altrimenti non paga. Questo mi incatena in una spirale assurda, per cui chi mi deve dei soldi non me li da fino a che non sono io a dargliene altri per primo. Come risultato ho dovuto rivolgermi ad una banca che impone interessi usurai e che non viene per questo punita, mentre i fornitori mi tartassano di telefonate.

Ecco la vita di un imprenditore che lavora con il pubblico, un imprenditore che lo scorso anno ha guadagnato 180.000 euro (sulla carta) che ancora deve riscuotere, ma per i quali lo Stato gli impone di pagare anticipatamente 100.000 euro di tasse. Tasse che non posso pagare e che devo rateizzare con il 10% di mora e il 3,5% d’interesse all’anno!

Qualcuno penserà che io possa compensare con i miei crediti le tasse ma non è cosi: nonostante io abbia i certificati di credito devo aspettare che il mio debito verso lo Stato venga iscritto a ruolo ovvero che mi arrivi la cartella esattoriale, ma a quel punto diventerebbe 130.000 euro e non 100.000 euro. Praticamente arriverei a pagare in tasse il 70% del mio utile, una pazzia! Lo Stato inserisce le aziende in un circolo vizioso chiedendo anche l’anticipo delle tasse dell’anno successivo, applicando anche una mora in caso di mancato pagamento. Lo Stato impone una tassa come l’ IRAP, che fa pagare il 4% delle spese sostenute. In pratica ti tassa sui soldi che non hai piu.

 

Ho pianto molte volte perche mi sentivo in balia di falsi enti che non salvaguardano i miei diritti. Ho vissuto situazioni di cui non mi scorderò mai: sono stato costretto ad occupare uffici per avere un pagamento! Ogni volta sembra che faccia il questuante negli uffici di ragioneria dei vari comuni. La gente non sa o non vede come vivono le imprese oggi.

Ogni tanto la prendo a ridere. Sento sempre in tv (le poche volte che la vedo) i politici che parlano di evasione fiscale come il male del paese. Non è proprio cosi: non prendetemi per pazzo ma secondo me l’evasione fiscale ireale esiste solo a grandi livelli (multinazionali) e non con le PMI. Mi spiego meglio:

Facciamo l’esempio di un barbiere: dichiara di aver guadagnato 25.000 euro in un anno ma in realtà ne ha guadagnato 35.000 evadendone 10.000. A questo punto si dirà che ha creato una danno allo Stato non versando le tasse sui 10.000 euro evasi, ma in realtà gli ha fatto un favore. Infatti, il barbiere spenderà quei soldi in benzina, cibo, affitti, assicurazioni, vestiti ect. e verranno dichiarati da altre aziende che pagheranno le tasse su quei soldi ad aliquote molto più alte di quel artigiano portando più soldi allo stato.

Pertanto la vera evasione è fatta da quelle multinazionali e da quele banche che portano i soldi all’estero facendoli tassare in altri stati ad aliquote più basse. E' questa l’evasione che crea danno allo Stato.


L’unico modo per evitare evasione e quello di poter scaricare dal proprio reddito, sia da dipendente che da imprenditore,

tutte le spese, ovvero tutti gli scontrini e tutte le fatture.

Cosi facendo tutti richiederebbero fattura e nessuno riuscirebbe ad evadere, ecco la soluzione.

 

Ma i nostri grandi teorici dell’economia sembrano non capire e rispondono ai problemi dell’economia aumentando l’IVA per compensare il calo del gettito, non capendo che cosi facendo le persone avranno un potere d’acquisto inferiore e pertanto spenderanno di meno generando ancora meno gettito d’iva ed entrando in un circolo autodistruttivo.

quotmark closeForse mi sono un po’ dilungato nel mio sfogo anche se avrei una montagna di cose da dire preferisco fermarmi qui, lasciandovi con questa massima detta da un uomo ignobile ma molto efficace e utilizzata dai nostri politici:
“ripeti una bugia 10,100,1000,1.000.000 di volte e diventerà verità”.


Non fatevi imbambolare.

Grazie

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