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Analisi Eventi

20150803 CacciaProlungataMolti confidano nella caccia come mezzo di sostentamento e approvvigionamento in uno scenario "TEOTWAWKI" prolungato. Questa convinzione è molto radicata, al punto che è difficile trovare kit e bob assemblate che non contengano strumenti pensati anche per l'uso venatorio.

In questo articolo vogliamo mettere in discussione questo approccio, mostrando quali sono i numeri reali che stanno dietro alla possibilità di cacciare e guardando al passato, a cosa hanno fatto davvero i nostri avi. 

 

Un mito

Se provassimo a chiedere ad un panettiere se si può imparare a fare il suo lavoro senza istruttore ed indicazione vi direbbe che è molto difficile. La stessa cosa per un muratore: è molto difficile fare un muro come si deve se non si sa da che parte iniziare. La stessa cosa vale per noi: nessuno in fondo pensa che un'altro possa improvvisamente fare in modo adeguato il nostro lavoro senza dover prima imparare, qualsiasi lavoro sia: programmatore, elettricista, commerciale o casalinga che sia.

Certo, si può andare per tentativi e correggere il tiro. Ma con quali risultati? E in quanto tempo?

Stranamente però queste considerazioni non valgono per la caccia... Pare che tutti, facendo leva sulla fame e sull'istinto saranno in grado di improvvisarsi cacciatori e prendere un animale per cibarsene. Questo per di più dovrebbe avvenire in situazioni di forte stress, di fame e difficoltà, come se queste potessero migliorare le nostre performance e non, come abbiamo sempre visto tutti, peggiorarle. 

E tutto questo senza contare che un ginghiale non è esattamente docile quanto l'impasto del pane, una pila di mattoni o una matassa di cavi elettrici. Senza contare che (quasi) nessuno mai ha dovuto uccidere un animale in precedenza e men che meno macellarlo: il primo contatto che la stragrande maggioranza ha con la carne è attraverso la pellicola plastica delle vaschette del supermercato.

 

Viene davvero da chiedersi se non convenga prendere in seria considerazione delle alternative...

 

 

Guardiamo alla storia

Come spesso accade, una risposta la possiamo avere dai libri di storia, ed in particolare osservando il passaggio dell'uomo da cacciatore-raccoglitore a agricoltore-allevatore. Una prima cosa da notare è che nel tempo, tutte le civiltà hanno fatto lentamente questa transizione e nessuna delle civiltà prospere e stabili si basava sulla caccia come mezzo di sostentamento se non in minima parte o per divertimento.

Un'altro dato importante da osservare è il rapporto tra animali selvatici ed uomini nei secoli: è del tutto evidente che il numero di animali selvatici "pro capite" è andato costantemente diminuendo nel tempo. Questa diminuzione ovviamente impatta le possibilità di una caccia redditizia dato che un minor numero di possibili prede rende tutto molto più difficile. 

A questo va aggiunto che il nostro territorio è sempre più antropizzato e lo spazio lasciato come potenziale habitat agli animali è sempre meno.

 

 

Cosa da risultati migliori

Torniamo ad osservare le popolazioni del passato. Quali popolazioni erano le più prospere tra quelle di cacciatori e quelle di agricoltori? [1].

  • nelle popolazioni di cacciatori/raccoglitori, è frequente osservare una densità di popolazione che va dai 5 ai 10 abitanti per chilometro quadrato.
  • nelle popolazioni prevalentemente dedite ad agricoltura e allevamento si sono facilmente osservate densità che vanno dai 150 ai 200 abitanti per chilometro quadrato, con casi eccezzionali che arrivavano fino a 400.

Questo dato dice molto chiaramente una cosa: la possobilità di proliferare e vivere bene è strettamente legata alla disponibilità di cibo ed alla regolarità con cui possiamo disporne. E' del tutto evidente che una società di agricoltori ed allevatori è in grado di produrre le proprie fonti alimentari in modo molto più copioso, affidabile ed efficente, e continuativo laddove cacciatori ed agricoltori hanno innanzitutto la necessità di trovarla.

 

Cosa conviene fare

Un'altra ricerca osserva questa differenza da un'altro punto di vista per arrivare alle stesse conclusioni. Quante energie è necessario spendere per nutrirsi? Quante calorie si devono consumare per avere delle calorie in pancia? Nel caso della caccia e raccolta si è visto che questo rapporto è va da 1:5 fino a 1:10 ovvero per ogni caloria spesa in attività necessarie al sostentamento, se ne potevano ricavare 5, massimo 10. Nel caso dell'agricoltura e dell'allevamento il rapporto è decisamente più alto e va dalle 1:50 fino a 1:100. Abbiamo quindi una chiara dimostrazione numerica di cosa convenga fare, e non è un caso che la storia su questo punto ci dia solo conferme.

 

Più cibo, più società

Non solo. Si è spesso osservato che nelle società di cacciatori l'occupazione principale di tutti i membri del gruppo è appunto quella di procurarsi cibo, cosa che lascia ben poco tempo ed energie da dedicare ad alte attività. Diversamente gli agricoltori hanno spesso un produzione di cibo tale da consentire ad alcuni membri della socità di dedicarsi ad altri compiti utili per il gruppo. Nascono così figure come i soldati che proteggono l'intero gruppo, medici che possono curare ed accudire gli ammalati, e persone in grado di dedicarsi ad altri mestieri che migliorano la qualità della vita dell'intero gruppo che viene innalzato dalla sussistenza alla prosperità.

 

 

Risulta quindi del tutto evidente che in uno scenario prolungato, per quanto riguarda le fonti di cibo, dovremo necessariamente puntare sull'agricoltura e l'allevamento. Ottimo motivo quindi per cimentarsi fin da ora in un piccolo orto, anche urbano e da balcone per mettere alla prova il nostro pollice verde.

 

Note:

[1] dati ed analisi tratte da "Armi Acciaio e Malattie" di Jared Diamond

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