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Scenari

20140225-OceanoMorto

Sta facendo il giro del mondo, sui media di lingua inglese, il racconto struggente, tragico di un marinaio, Ivan Macfadyen, che come già fatto 10 anni prima, ha fatto la traversata del Pacifico. "Allora, fra l’Australia e il Giappone, bastava buttare la lenza per procurare pranzo e cena succulenti. Stavolta in tutto due sole prede. Dal Giappone alla California, poi, l’oceano è diventato un deserto assoluto formato da acqua e rottami."
Nessun animale. Non un solo richiamo di uccelli marini. Solo il rumore del vento, delle onde e dei grossi detriti che sbattono contro la chiglia. L’oceano Pacifico è morto, è svuotato di ogni vita. Ci sono solo rifiuti e barche per la pesca industriale intente a saccheggiare accuratamente quel poco che è ancora rimasto.

 

Un deserto d'acqua

Macfadyen ha navigato con il suo equipaggio a bordo del Funnel Web sulla rotta Melbourne-Osaka–San Francisco. Dice di aver percorso in lungo e in largo gli oceani per moltissimi anni, dice di aver sempre visto uccelli marini che pescavano o che si posavano sulla nave per riposarsi e farsi trasportare. E poi delfini, squali, pesci, tartarughe... Stavolta nulla di tutto ciò: nulla di vivo per oltre 3.000 miglia nautiche. Unica apparizione, poco a Nord della Nuova Guinea, quella di una flotta per la pesca industriale accanto ad una barriera corallina. Volevano solo il tonno, tiravano e ributtavano in mare – morta – ogni altra creatura marina. Una desolazione vasta e assoluta come quella raccontata da Macfadyen si sposa benissimo con gli effetti della pesca industriale dissennata

 

Lo spettro di Fukushima

E poi la parte più allucinante del viaggio, quella dal Giappone alla California, costantemente accompagnata dalla gran quantità di rottami trascinati in mare dallo tsunami del 2011, quello che ha innescato la crisi di Fukushima. Rottami, rottami grandi e piccoli ovunque: impossibile perfino accendere il motore. Rottami non solo in superficie ma anche sui fondali, come si vedeva chiaramente nelle acque cristalline delle Hawaii. E poi plastica, rifiuti di plastica dappertutto.

Ivan Macfadyen durante il suo viaggo ha raccolto campioni destinati ad essere esaminati per il mondo accademico statunitense. Un particolare inquietante è che nelle acque del Giappone la sua barca ha perso il suo colore giallo brillante, mentre incrociava era una balena che sembrava in fin di vita per un grosso tumore sul capo.


Il Pacifico è morto. L’ha ucciso il genere umano, depredandolo come una nuvola di cavallette su un campo di grano.


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