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Scenari

20130506-salute-euChe la crisi economica avesse un'impatto sulla salute delle persone non sarà certo una sorpresa per nessuno. In precedenza avevamo sentito previsioni non rosee, ed assistito all'impatto sulla distribuzione di medicinali alla popolazione e tirato le nostre somme su un possibile scenario. Oltre a questo, nei giorni scorsi sono squillati alcuni campanelli d'allarme ulteriore, che vengono da Inghilterra, USA e dalla stessa Europa (tramite Eurostat) riguardo a come la crisi ci sta facendo ammalare prima e più gravemente.

Aspettativa e stile di vita

Si chiama Heidi, ma non lasciatevi trarre in inganno dal nome. Qui non sorridono ne i monti ne nessun'altro. E' lo strumento messo a punto dall'Eurostat e dalla Commissione Europea sulla Salute Pubblica. Il report messo a punto di recente riporta, finalmente, i dati della longevità e della "vita in salute" degli europei. L'indicatore ci dice quanti anni una persona potrà vivere senza malattie che inducano la naturale, inesorabile fase calante. E' quindi un'indicatore più basso rispetto alla vita media, che ci dice quanta parte di quella vita sarà buona e sana.

Il verdetto per l'Italia è molto negativo: abbiamo perso il 10% di "vita sana" negli ultimi 9 anni: si anticipa la malattia e la disabilità. Questi dati sono molto difficili da trovare sui canali ufficiali e non pare che stampa o TV ne parlino.

Ma i dati non si fermano qui...

 

Malattie

Secondo uno studio dell'Università di Oxford, l'impatto dell'Austerity sulla salute degli europei è stato un completo disalstro, e tutti i governi si rifiutano di accettare la cosa e di ammettere l'errore [1] [2]. Le malattie in particolare hanno avuto "via libera" per diffondersi: in Grecia, prima triste vittima, si parla di +50% dei casi di tossicodipendenza giovanile, +200% dei casi di HIV ed in alcune zone è ricomparsa persino la malaria.

 

Antidepressivi

Anche su questo fronte i dati solo allarmanti. Non è (solo) la salute fisica ad essere intaccata, anzi. Gli aspetti psicologici sono estremamente rilevanti come hanno dimostrato tanti fatti di cronaca nera. Nel tempo, complice la crisi e le preoccupazioni ed ansie che induce, il consumo di questo tipo di medicinali si è impennato. Si è passati da  da 7,5 scatole di antidepressivi ogni 1000 abitanti nel 2004  a ben 35 scatole ogni 1000 nel 2011 (+466%) ed il trend previsto è crescente.

 

Suicidi

Anche questo indicatore continua non solo ad essere purtroppo presente, ma anche in crescita. Difficile qui stabilire esattamente il valore di questo incremento: a seconda delle fonti si parla di +10-15%,  +18%, fino a +20-30%. Studi diversi prendono in esame lassi diversi di tempo, e la causa di un suicidio non è sempre facilmente condivisa, non si sa se dipenda direttamente o indirettamente alla situazione economica o altri fattori. 

Tuttavia poco importa il dato numerico. Quello umano ci dice che sono sempre e comunque troppi.

Infine, il conteggio numerico (anche questo difficile da fare per mancanza di dati ufficiali) ci permette di capire che, spannomentricamente, il numero di volte in qui cuesti gesti drammatici sono riportati dai mass media è estremamente inferiore ai casi reali.

 

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