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E' di questi giorni la scoperta di un fatto che ha dell'incredibile. Un pescatore messicano Jose Salvador Albaniaga è stato disperso nell'Oceano Pacifico sopravvivendo per 14 mesi, poverizzando il precendete "record" dei Robertson che era di soli 38 giorni.
Nella sua lunghissima, sofferta avventura Jose ha attraversato l'intero Oceano, ma è riuscito con moltissime difficoltà a restare vivo per più di un'anno. Un'impresa che ha davvero dell'incredibile.

Il maltempo per ora sta solo minacciando il paese, ma sappiamo bene quali possano essere i disagi che causa anche quando non si verifica un'emergenza ambientale. Tra le minacce più insidiose c'è sicuramente quella di una forte ed improvvisa nevicata che ci sorprende in autostrada e ci blocca in coda.

Quali solo le cose corrette da fare in una situazione simile? Quali accorgimenti adottare per affrontare al meglio i disagi?

Sulle pagine di Prepper.it ci siamo più volte occupati di internet sotto molteplici aspetti. Abbiamo visto quanto sia importante difendersi dalle minacce alla nostra privacy, abbiamo visto quanto sia un'asset strategico di primaria importanza, e come come un'ipotetico shutdown della rete possa essere la prima mossa di un conflitto o un'irruzione di tipo bellico.
Quello che non avevamo ancora considerato era la possibilità che un governo decida di spegnere selettivamente Internet al suo interno per fare si la popolazione non se ne possa più servire. Questo scenario è esattamente quello che abbiamo visto concretizzarsi di recente nel magreb ed in arabia durante le 'primavere arabe'. Ma cosa possiamo pensare quando a predisporre questo strumento di controllo sono gli Stati Uniti d'America? La prospettiva cambia radicalmente.

Freddo polare negli stati uniti, temperature torride in Australia... Contemporaneamente!! Una volta si diceva "non c'è più la mezza stagione", ora pare che più passi il tempo e più si vada verso stagioni estreme. Queste situazioni metereologiche poi, portano con se disastri e disagi: dalle alluvioni (complice il dissesto idrogeologico), alle gelate, a temperature che presentano fattori di rischio per la salute.

A questo punto prevedere il tempo non basta. Gli effetti che questi eventi comportano vanno necessariaemnte presi in seria considerazione, e con essi la necessità di prendere le contromisure sugli effetti diretti ed indiretti che essi potranno avere su di noi, sulle infrastrutture, sulle nostre vite

Juliane Koepcke è nata nel 1954 a Lima - Perù, figlia di sienziati che vivevano a centinaia di chilometri di distanza da dove Juliane studiava, nel bel mezzo della foresta amazzonica. Alla vigilia di Natale del 1971, poche ore dopo il ballo di fine anno della scuola, la diciassettenne Juliane e sua madre salirono su un aereo che doveva portarle al di là della foresta pluviale peruviana. Sarebbero dovute tornare a casa per celebrare il Natale con il padre di Juliane.

Il loro aereo fu colto in volo da un violentissimo temporale che lo ribaltò in pochi secondi, uccidendo così tutti i 92 passeggeri, tranne Juliane. Juliane aveva una certa confidenza con l’ambiente incredibilmente umido e opprimente della foresta e aveva sviluppato una buona conoscenza del suo ecosistema, conoscenza che le avrebbe salvato la vita.

Dopo 11 giorni, si credeva fosse morta, Juliane riuscì a uscire dalla foresta e a riconciliarsi con suo padre. Ecco la sua storia

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