E' uscita in questi giorni una pubblicità che potremmo definire a dir poco agghiacciante per le immagini ed i significati utilizzati e per il tentativo cinico di fare ironia su temi discottante attualità. Ma è anche un punto di vista tristemente veritiero sulla situazione di molte famiglie...
Parliamo di panettone
Lo spot parte con un maggiordomo che porta un vassoio d'argento verso la tavola, il tutto si svolge durante un pignoramento. Durante il tragitto il maggiordono incrocia lugubri personaggi (la divisa simil militare grigia difficilmente è un caso...) che portano con molta efficenza, rimuovono auto, portano via animali, opere d'arte, mobili, suppellettili, persino il tappeto su cui il maggiordomo sta passando. Arrivato alla tavola il maggiordomo serve il panettone che, come recita lo spot "è un lusso che puoi sempre (ancora?) permetterti".
Panettone... di cattivo gusto
Non c'è altro modo di definire questo spot se non di cattivo gusto. In un periodo in cui persino la casa non è più un bene rifugio certo e il paese naviga decisamente in cattive acque, ci sono decine di famiglie per cui le scene romanzate nello spot sono una realtà che sprofonda nell'incubo, su cui non troviamo vi sia alcuna ironia da fare. Amaro anche la vicinanza al modo di dire "mangiare il panettone", riferito alla possibilità di sbarcare il lunario fino alle feste natalizie e quindi alla fine dell'anno, cosa che per molti lavoratori, cassintegrati, esodati, licenziati, precari e disoccupati è molto molto difficile.
Un messaggio triste
Come dicevamo all'inizio, chi fa pubblicità è tutto fuorchè uno sprovveduto: se questo spot esce in questa forma ci sono dei seri motivi. I pubblicitari hanno capito che la crisi è una realtà quotidiana, che i pignoramenti stanno diventando frequenti, e che per molte persone, oltre a dover affrontare il problema della "quarta settimana", il cibo è sempre di più una voce del bilancio familiare a cui prestare attenzione, su cui fare economia.
Nonostante il profondo sdegno che si possa provare per il cinismo ed il cattivo gusto dello spot, una cosa dobbiamo notarla: se persino la pubblicità inizia a sdoganare la crisi e i suoi problemi in questo modo, persino quella alimentare, abbiamo un certificato in più (ma ne avevamo bisogno?) che la situazione è ormai difficile, se non drammatica, per una parte importante dei (sempre meno) consumatori.