Se mentre nella "difesa classica" cerchiamo di difenderci da persone quali ubriachi, tossicodipendent, molestatori o delinquenti abituali, nella difesa un prepper deve presuppore un livello di ostilità molto maggiore della popolazione con una percentuale di possibili aggressori più elevata.
Quindi viene da chiedersi in cosa differiscano questi approci: se posso difendermi da persone che delinquono abitualmente o per mestiere posso difendermi da qualsiasi persona? La risposta è no.
Situazioni diverse
In gran parte dei casi un rapinatore, ad esempio, cerca in tutti i modi di evitare lo scontro fisico, un ubriaco spesso non infligge colpi precisi e potenti a causa dei suoi sensi distorti dall’alcool e così via. Diversamente dopo un Evento i potenziali aggressori possono essere persone di qualsiasi ceto sociale, razza o età. Questo rende tutto più pericoloso, non solo per una questione di numeri e probabilità di ingaggio, ma per uno stato di frustrazione ed ostilità generale indotto dalla situazione.
I prepper chiamano questo scenario WROL, "Without the Rule Of Law" (senza legge). La paura, la fame e la sete, il freddo o la siccità, la carenza improvvisa di tutti i presupposti per una sopravvivenza civile, la mancanza di una prospettiva, di una punizione, di un controllo, rendono la vita quotidiana una situazione disperata, in cui le persone sono capace di compiere gesti scriteriati.
Ognuno ha il diritto di difendere se stesso, i suoi cari e le sue proprietà. Per il prepper è imperativo, se si punta alla sopravvivenza.
Una situazione di difficoltà o agitazione sociale prolungato costringerebbe tutti ad uno stato di allerta dove la difesa non è un opzione. Quindi si capisce il valore di una preparazione adeguata.
Analizziamo insieme alcuni aspetti della difesa personale spesso lasciati in secondo piano. Ecco i punti fondamentali da tenere presente per un prepper:
Etica
Mentre nell'odierna società vi sono regole condivise che impediscono certe azioni da parte nostra e perfino a un criminale, in caso di una destabilizzazione sociale questo potrebbe non avvenire più.
Immaginiamo un cinema, un centro commerciale, o un luogo affollato di persone che in unico momento, quasi all' unisono, avvertono il pericolo di morte concreto a causa di un incendio, una bomba o qualsiasi altra cosa. Lascerebbero immediatamente i carrelli in giro ostacolando i percorsi, spingendo e tirando per uscire il prima possibile, arrivando a creare una situazione imbuto alle uscite, dove chi cade fa da tappo e quelli dietro spingono come in una mandria. Pensiamo ai bambini e gli anziani: sarebbero trattati con rispetto, delicatezza e precedenza? Difficile, i dogmi etici di gentilezza, cortesia e civiltà scompaiono in una manciata di secondi.
La difesa del prepper deve (purtroppo) prepararci ad un concetto di etica che va oltre lo stato del senso civico comune. Deve insegnare a valutare gli spazi e le vie di fuga di ogni ambiente, anche in stato di quiete, per far si che al momento giusto possa evitare di trovarsi in mezzo al branco che scappa dal pericolo.
In situazioni estreme è umano comportarsi in modo egoistico ed individualista, pensando prima alla propria famiglia e a se stessi, ma bisogna considerare come questo comportamento possa avere dei lati pratici e utili. Ad esempio se in un primo momento pensiamo a noi stessi, potremo successivamente trovarci in una posizione di sicurezza da cui aiutare gli altri ed essere al contempo una persona in meno da salvare per i futuri soccorritori. Al contrario, essere colti dal moto eroico di aiutare prima gli altri in una situazione più grande di noi, può facilmente portarci a fallire nell'intento e a rischiando di avere la peggio senza risultati o di diventare un altro numero nella lista di cui i soccorsi si devono occupare.
Miti da sfatare
Ci sono molte leggende metropolitane e argomenti da bar, purtroppo molto radicati anche tra professionisti del settore.
"Il Krav maga e' meglio del karate", "il jujitsu e' meglio delle MMA", "c'è un colpo mortale che..." solo per citare i più diffusi. Nulla di più sbagliato può essere detto sulle arti da difesa, poiché tutte quante richiedono una pratica fisica e mentale e costante e sono valide indipendentemente da quale si scelga di praticare. Consideriamo inoltre che la fisicità e il gusto personale sono fattori che influiscono molto sulla scelta: ad esempio un uomo di una mezza età in sovrappeso e fuori forma non sceglierà certo di fare capoeira, e a ragion veduta.
Sono gli individui e le situazioni a determinare le probabilità di successo in uno scontro. Non c'è lo stile perfetto, ma solo condizioni migliori, quindi è bene scegliere la disciplina a noi più affine, con passione, serietà e devozione.
Essenzialità
E’ evidente come in molte discipline si osservi molto la forma, la tradizione, l'eleganza. Caratteristiche decisamente superflue in caso di conflitto, dato che l’unica cosa che ferma un avversario e' il dolore. Non importa in che modo questo viene procurato, l'importante è' che superi il suo livello di sopportazione.
Ma non siamo tutti uguali e abbiamo livelli di sopportazione diversi. Come si fa allora a sapere il livello di sopportazione al dolore del proprio avversario? Semplicemente non si può .
Non esiste un metro esatto o affidabile per determinare una cosa simile. Esistono donne che sopportano il dolore fisico o la vista del sangue molto più di un uomo forte e fisicamente allenato. La soglia del dolore si può alzare molto sopratutto se l'aggressore e' in stato di eccitazione adrenalinica, drogato, in astinenza o in stati alterati di coscienza. Il suo grado di sopportazione aumenta molto. Ecco perché dobbiamo comprendere che sistono 2 tipi di dolore:
- Dolore fisico: Quando colpiamo un avversario con pugni, calci, schiaffi, testate potrebbe sopportare benissimo i nostri colpi e reagire con più rabbia e con più paura, pertanto diventare più pericoloso ed efficace a sua volta, quindi andremmo a portarci in una situazione critica per noi e per chi vogliamo difendere.
- Traumi meccanici: Si può andare ad agire sulla meccanica del corpo umano, impedendo lo svolgimento di movimenti o funzioni per avere un risultato efficace. Anche se l’avversario non sente dolore, se ha una rotula rotta non potrà inseguirci. Con dita o braccia lussate non potrà afferrare, con una cecità temporanea non potrà vederci e così via...
Questo concetto non vuole essere un’incitazione alla violenza, ma a rimarcare la differenza tra due azioni e evidenziarne le probabilità di successo determinate dalle stesse.
Raggiungere lo scopo
L'unica cosa che conta per un individuo è tornare a casa sano e salvo dai propri cari, non importa in che modo. Se evitiamo lo scontro, otteniamo lo stesso risultato con più facilità. Quando possibile, fuggire non è da vigliacchi, ma è un istinto di conservazione naturale che fa sopravvivere umani e animali da millenni. Non siete i primi e non sarete gli ultimi a sopravvivere eludendo lo scontro fisico. Quando possibile la fuga può essere la scelta migliore, poiché se fuggo ho più possibilità di cavarmela senza danni rispetto a uno scontro diretto.
Vincenzo Nigro per Prepper.it