Tempo fa avevamo fatto una introduzione alla sicurezza personale con la promessa di ritornare sull'argomento con l'aiuto del nostro esperto MC. In questo secondo articolo sul tema manterremo quella promessa ed inizieremo ad affrontarne le basi.

Lo scopo della sicurezza personale è quello di poter vivere liberi da minacce di sorta o da pericoli. In questo senso le aggressioni e scontri fisici sono solo una parte del delle cose che cercheremo di evitare il più possibile. Questo scopo può essere raggiunto in molti modi diversi. C'è chi sceglie di rinunciare a parte della propria libertà per non correre rischi, c'è chi sceglie di restare sereno ignorando i potenziali pericoli e chi sceglie di prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria sicurezza e di attiva per ottenerla. Anche in questo terzo caso, preferibile, i mezzi per applicare questa strategia sono molteplici. Alcuni scelgono di essere pronti e capaci di combattere, altri scelgono di armarsi, argomento che fa molto discutere in questi giorni, ma le possibilità non si esauriscono li.

Qualsiasi sia il metodo da noi scelto per realizzare la nostra sicurezza personale, non potrà prescindere da alcune necessarie premesse, primo fra tutti un corretto atteggiamento mentale. Il primo aspetto psicologico ed attitudinale che prenderemo in esame è la vigilanza.

 

Cos'è e a cosa serve

La vigilanza e' quella facolta' mentale che ci consente di avere sempre un numero sufficiente di informazioni su cio' che ci circonda ed un quadro chiaro della situazione in cui siamo.

Dove siamo e cosa stiamo facendo? Puo' sembrare stupido, ma molte persone vanno in giro con la testa tra le nuvole pensando ai fatti loro. Chi c'e' vicino a noi? Cosa sta accadendo a 1, 5, 10, 20 metri da noi? Che cosa stanno facendo le persone attorno? Lo scopo non è quello di tenere tutto sotto controllo, attività davvero estenuante che potrebbe anche sviluppare una certa ansia, cosa che assolutamente non vogliamo e che va anzi contro ai nostri obiettivi. Piuttosto cercheremo di essere coscienti della situazione che abbiamo nelle nostre immediate vicinanze ed il modo in cui questa si sta sviluppando.

Pensate a questa situazione paradossale: un atleta ha studiato per anni un metodo di combattimento ma viene messa nel sacco dal primo malvivente che incontra sulla sua strada solo perché non era pronto, nel momento dell'aggressione, a doversi difendere, perché non si aspettava che potesse succedere, rimanendo li' "come quello delle pere". Un bagaglio tecnico enorme, un allarme personale e anche un'arma a portata di mano possono rivelarsi inutili se nel momento del bisogno siamo colti di sorpresa senza avere neppure il tempo di reagire.

 

Che vantaggi ci da.

Una buona soglia di vigilanza ci permette di non lasciarci cogliere impreparati o di sorpresa, percepire istintivamente le intenzioni di una persona da "quel non so che", o semplicemente perché "stavano pensando troppo ad alta voce". Può sembrare una panzana da film o un trucco da baraccone, ma quando la mente è allenata ad essere costantemente vigile ci manda alcuni messaggi che spesso interpretiamo come istinto. Ecco alcuni esempi delle cose che potremmo notare:

I borseggiatori hanno classicamente un atteggiamento particolarmente "sintetico" in quanto cercano di far apparire come naturali i loro movimenti insoliti come caderci addosso, spintonarci, tenere presente dov'e' il compare (senza cercarlo per dissimulare l'intesa), o far finta di guardare da un'altra parte mentre sono sempre attenti al nostro viso ed alla nostre tasche. Altrettanto riconoscibili sono i poliziotti in borghese, perche' anche senza divisa hanno lo stesso atteggiamento, stesso portamento, e stessa disinvoltura e sicurezza che la loro mansione gli conferisce.

Ma come possiamo accorgerci di questi particolari se non siamo vigili ed attenti? Osservare, vedere, riconoscere, imparare, captare, percepire, analizzare. Sempre in modo attento e senza fermarci alle banalita' delle apparenze o ai pregiudizi (o meglio dire dell' ignoranza?) tipici del modo di pensare preconfezionato e prodotto in serie che la societa' di oggi ci offre. Il malintenzionato non è sempre più povero, immigrato, emargianto, diverso. Sono anzie noti alle cronache moltissimi casi malviventi ben vestiti proprio con lo scopo di dissimulare le loro intenzioni facendo leva sui pregiudizi e luoghi comuni. La vigilanza puo' portarci a rifiutare la superficialita', proprio perche' ci insegna a vedere e considerare il mondo con i nostri stessi occhi, che terremo bene aperti.

 

Vigilanza ed Attenzione

Attenzione pero': c'e' una differenza tra la vigilanza e l'attenzione.

  • L'attenzione e' frutto di un lavoro cosciente che porta la nostra mente a focalizzarsi su un punto in particolare (magari a scapito di altri).
  • La vigilanza ci permette di essere attenti a  cio' che ci accade attorno senza concentrarci su nessun particolare specifico. 

La vigilanza può cioè lavorare "in background", lasciando la nostra mente libera di lavorare normalmente: gli animali e le persone che nella loro vita ne hanno bisogno (guerrieri tribali, soldati in guerra, latitanti, barboni) si dice siano vigili anche mentre dormono (esperienza tutt'altro che rara nelle neo-mamme), mangiano ed in ogni altro momento delle 24 ore .

 

Come allenare la vigilanza.

Come tutte le facoltà la vigilanza può essere allenata tramite alcuni facili esercizi. Questi non sono particolarmente difficili ma possono risultare impegnativi le prime volte. L'importante e' che ogni esercizio sia svolto con impegno e, all'inizio, con concentrazione. Ogni esercizio va eseguito per alcuni giorni ed in ogni caso fino a quando lo si ha assimilato. Diffidiamo dalla falsa sensazione di sicurezza che potremmo avere dopo pochi tentativi, sensazione magari indotta dalla noia o dallo sconforto.

Una volta completato un esercizio questo dovrà essere una abilità acquisita e consolidata. Si passa al successivo aggiungendolo al precedente, ovvero facendoli assieme, aggiungendo quindi nuove abilità da far lavorare assieme.

1- Tenere sempre presente lo spazio attorno a noi e le persone nelle immediate vicinanze. Evitiamo di farci avvicinare a nostra insaputa ai fianchi ed alle spalle. Questo esercizio deve risvegliare il nostro atavico istinto animale a non rimanere preda di nessuno. Lo scopo è quello di "accendere il radar" e saperlo leggere. Consideriamo in questa prima fase solo il fattore "spazio".

2- Teniamo presente cosa stanno facendo le persone intorno a noi e come si stanno muovendo. Nell'esercizio precedente le persone erano "puntini del radar" e quindi quasi inanimate. Ora aggiungiamo il movimento ed il fattore "tempo".

3- Cerchiamo di capire a cosa sono attente le persone attorno a noi. Qual'è il loro stato d'animo, il loro livello di "attività", la loro carica emotiva? Su cosa stanno posando l'attenzione e cosa assolutamente non stanno valutando? Averne anche solo una intuizione ci aiuta a non farci avvicinare da un perditempo, un attaccabottoni o peggio.