Questi casi sono molto impegnativi per il numero di persone coinvolte e per lo sforzo di lavoro e coordinazione che è richiesto ai soccorritori. A maggior ragione quindi, un comportamento corretto, informato e collaborativo può davvero fare la differenza. Vediamo come.
Che cosa sono le maxi emergenze?
Le maxi emergenze sono quegli avvenimenti che richiedono uno straordinario sforzo da parte delle forze dell' ordine, vigili del fuoco, 118 o protezione civile. Possono dipendere da una fuga di gas,
Worst case scenario
Immaginiamo per un attimo di essere presenti o coinvolti in uno di questi Eventi. Può trattarso del deragliamento di un treno, un'incendio... E' un semplice esercizio mentale che, se svolto realisticamente, ci farà capire subito i comportamenti corretti e quelli sbagliati.
- Se, fortunatamente, alla fine dell'incidente saremo inpiedi sulle nostre gambe, non ci resteremo per molto: nulla regge simili shock e le normali reazioni fisiologiche del corpo (tensione, adrenalina, iperventilazione) ci lasceranno presto senza zuccheri e quindi senza forze. Come ormai sappiamo bene, teniamo la calma e rimaniamo lucidi e presenti, muoviamoci con cautela per evitare di farci male da soli.
- Subito dopo raggiungiamo una zona di sicurezza, da valutare di caso in caso: A seconda dello stato dell'ambiente in cui ci muoviamo, facciamo attenzione a cavi alta tensione a terra, perdite di carburante, incendi o fuge di gas ed ogni altra fonte di pericolo.
- A questo punto possiamo chiamare il 118. Tutto parte dalla chiamata: senza una chiamata chiara e corretta i soccorsi non arrivano nelle quantità e nella preparazione adatta. Far capire l'entità del danno è di vitale importanza. Bastano poche parole per far capire all' operatore centralinista che cosa stà succedendo, mantenete la calma e limitate a descrivere esattamente quello che vedete. Fatevi aiutare da chi vi risponde, fatevi fare domande e fornite dati quanto più oggettivi e precisi possibile.
Non facciamo gli eroi
Raggiunta la zona di sicurezza attendiamo i soccorsi. Gli "eroi" sono quelli che, passata la paura ma con l'adrenalina in circolo e la smania di aiutare, vanno a improvvisarsi pompieri o soccorritori. Sono al 90% dei casi pericolosi, per loro stessi e per gli altri. Ricordiamo che anche tra i soccorritori, la prima regola è l' autoprotezione: se siamo salvi, non dobbiamo essere soccorsi, semplice.
All'arrivo i soccorsi sanno esattamente cosa fare. La gestione delle maxiemergenze usa i codici colore (verde, giallo, rosso) per catalogare le persone in base alla chance di sopravvivenza. E' un ragionamento freddo, ma statisticamente più efficiente: ci si dedica solo alle persone a rischio della vita che però hanno la possibilità di salvarsi in base alla loro gravità. Si devono purtroppo tralasciare le persone in condizioni disperate... Ovviamente, le persone che non sono a rischio della vita, per quanto dolorosa sia la loro condizione, non hanno la priorità.
Arriveranno anche i supporti umanitari, ovvero persone che si occupano di chi ce l' ha fatta, non è ferito in modo grave ed è in uno stato di fermo per futuri accertamenti. Porteranno acqua, coperte e cibo, vestiti di cambio e beni di primo utilizzo.
In che cosa si differenzia il prepper?
Innanzitutto il prepper sa improvvisare, ma non "si improvvisa". Vuol dire che magari sa ricavare un laccio emostatico da una coperta, ma solo se è anche addestrato a farlo (soccorritore CRI, infermiere, dottore), e che non si azzarda neppure a provarci se non sa esattamente cosa sta facendo. Ricordiamo che, anche se armati delle migliori intenzioni, per legge siamo responsabili legalmente di qualsiasi conseguenza di un intervento su un ferito.
Se sappiamo e vogliamo renderci utili basterà segnalare la propria disponibilità ad un soccorritore o coordinatore spiegando le capacità che possiamo mettere a disposizione. Non stupiamoci di un eventuale rifiuto: troppo spesso in casi simili i soccorritori si sono trovati tra i piedi gente estremamente disponibile ma non altrettanto capace il cui contributo in queste situazioni è stato totalmente negativo.
Possiamo fare la differenza anche solo distribuendo acqua e coperte, parlando con chi ha bisogno di conforto, e soprattutto limitando quanto più possibile la confusione ed ogni lavoro "extra".