Una semplice ricetta per preparare un’antica bevanda alcolica a base di miele.

L’idromele è un’antichissima bevanda alcolica, forse la prima in assoluto comparsa sulla Terra, le cui origini risalgono sino all’Antico Egitto. Si trovano tracce di questa bevanda anche in Grecia, in Inghilterra, in Scandinavia e in molti parti d’Europa e proprio in quest’ultima, raggiunge una discreta notorietà principalmente grazie alla cultura celtica e vichinga.


L’idromele, conosciuto anche con il nome di “bevanda degli dei”, è il risultato ottenuto dalla fermentazione di acqua (hydro) e del miele. Miscelando con le giuste proporzioni e aggiungendo i lieviti, si scatena la trasformazione degli zuccheri presenti nel liquido, dando origine ad una bevanda dal gusto dolce ed estremamente gradevole, dalla modesta gradazione e dal colore tipicamente dorato.
In queste poche righe si andranno a spiegare quali sono i passaggi per la produzione di idromele secondo la ricetta classica. Navigando sul Web, si possono trovare svariate metodologie di produzione dell’idromele che si differenziano sostanzialmente a seconda dell’utilizzo di piante aromatiche quali il Sorbo, il Ginepro o il Noce. Unico punto fermo è la “base” dell’idromele, ovvero acqua, miele e lieviti. Si può passare, dunque, ad elencare gli ingredienti.

 

Ingredienti

  • 5 lt di acqua, possibilmente di fonte;
  • 1,5 kg – 2 kg di miele neutro, possibilmente acacia o millefiori;
  • Lievito per vino (bianco);
  • Aromi (in questo caso una foglia di Noce).

Strumenti

  • Schiumarola;
  • Bottiglione in vetro da 5 lt;
  • Garze;
  • Gorgogliatore.

Procedimento

  • Versare in una pentola molto capiente i 5 lt d’acqua e il miele;
  • Mescolare a fuoco medio, sino a ottenere il completo scioglimento del miele;
  • Aggiungere una foglia di Noce, od eventualmente gli aromi desiderati;
  • Abbassare la fiamma e far cuocere per circa mezzora portando quasi ad ebollizione e continuando a schiumare il residuo che affiora in superfice;
  • Una volta spenta la fiamma, asportare la foglia di Noce e lasciare raffreddare;
  • Trasferire il composto nel bottiglione di vetro avendo cura prima di filtrare il liquido;
  • Aggiungere i lieviti a seconda delle quantità riportate sulla confezione, di massima circa 1g per le quantità elencate. (aggiungere a freddo poichè se il liquido è caldo si uccidono i lieviti);
  • Mescolare energicamente;
  • Tappare con il tappo provvisto di gorgogliatore.


Il composto ora deve riposare per circa quattro settimane e in questo periodo bisognerebbe agitarlo quotidianamente, o per lo meno smuoverlo, affinché i lieviti non si depositino sul fondo ma restino sempre attivi. Grazie al gorgogliatore, si potrà notare il processo di fermentazione e assicurarsi che questo processo sia terminato, o quanto meno, visibilmente inferiore ai giorni immediatamente successivi alla preparazione. Terminate le quattro settimane si può passare all’imbottigliamento.
La maturazione dell’idromele avviene in un periodo molto lungo: dopo sei mesi si può, in linea teorica assaggiare anche se risulterà ancora molto acerbo. L’ideale sarebbe far raggiungere un anno di maturazione, anche se ogni giorno in più passato in cantina non farà altro che migliorarne il sapore. Ovviamente conservare in luogo fresco, asciutto e rigorosamente buio.

Qualche piccolo consiglio:

  • Ricercare una buona acqua può fare la differenza tra un prodotto gradevole, ad uno seppur buono ma con retrogusti sgradevoli;
  • Si consiglia un miele neutro per le ragioni di “democrazia” del gusto, ovvero un prodotto che piaccia a tutti. Nulla toglie di usare altre tipologie di miele che, sicuramente, lasceranno un retrogusto molto più caratteristico ed intenso;
  • Per quanto riguarda i lieviti, si possono utilizzare anche quelli di birra (i classici panetti che si possono trovare al supermercato); personalmente consiglio di spendere qualche euro in più ma di utilizzare gli appositi lieviti per vinificazioni, reperibili presso consorzi agroalimentari.
  • E’ tassativo procedere ad una pulizia meticolosa di tutti i recipienti (bottiglioni e bottiglie) atte a contenere l’idromele poiché qualunque corpo estraneo potrebbe comprometterne la bontà;
  • Durante l’imbottigliamento si evitino i tappi a corona poiché la pressione sviluppata all’interno della bottiglia li farebbe saltare molto facilmente. Si può optare per i tappi in plastica appositi per il vino, magari fissandoli con le gabbiette tipiche dello spumante. E’ bene non sottovalutare l’idromele perché non smette mai di fermentare e non è strano trovare qualche fondo di bottiglia esploso sotto la grande pressione.


Detto questo non resta che augurare, da parte di tutto lo staff di Prepper.it, una buona degustazione.