Le considerazioni contenute non sono da prendere sottogamba, dato che l'analisi individua con precisioni possibili cause, avvenimenti e possibili scenari. Vediamo quali.
Una lettera inquietante
Jamie Dimon è il CEO di JPMorgan, la famosa società finanziaria resa famosa dalla truffa sui mutui subprime che tanti danni ha causato all'economia di famiglie ed aziende. Nei giorni scorsi Dimon ha inviato una lettera annuale ai suoi azionisti, una pratica di routine in cui si comunica lo stato dell'azienza e le scelte per il prossimo futuro. In questa lettera però Dimon da anche un grosso avvertimento: la crisi non è affatto passata, anzi, sta per arrivarne una ancora più grossa ed è inevitabile.
Le cause
La causa sarebbero i segnali di alto rischio nel mercato dei bond, problemi di natura geopolitica, un crollo dei prezzi delle commodity o gli interessi della FED. Altro fenomeno che potrebbe innescare il tutto sarebbe lo scoppio di un'altra bolla: quella dovuta all'immissione di eccessiva liquidità dalle banche centrali al fine di limitare l'effetto della crisi e dell'austerity. Tra i primi possibili segnali ci sarebbero una elevata volatilità dei mercati ed un rapido abbassamento di tutte le valutazioni.
"L'innesco della prossima crisi non sarà lo stesso delle crisi precedenti, ma ci sarà un'altra crisi. Anche se dobbiamo sempre essere pronti per la prossima crisi, speriamo che la prossima sia tra molti anni". E ancora: "Ci sono cose che non cambiano. Ci sarà un'altra crisi ed il suo impatto si farà sentire sui mercati finanziari". "Tutte le crisi sembrano diverse, ma gli effetti finali hanno sempre tratti comuni".
Gli effetti
Secondo Dimon infatti nessun investitore sarà realmente al sicuro durante una crisi. Questo include i fondi, piani pensione, prodotti finanziari ed assicurativi. In uno scenario simile, prospetta che le banche saranno molto riluttanti a fare credito o altre manovre poco sicure dato che le nuove regole su capitali e liquidità applicate dopo l'ultima crisi limita molto la capacità di assorbire eventuali shock. Le banche quindi adotterebbero un'atteggiamento molto prudenziale che sarebbe quindi ulteriormente dannoso per i mercati già in difficoltà. Quindi un "si salvi chi può" ??
Analisi simili sono state fatte anche da altri economisti ed analisti come George Magnus (analista della banca svizzera UBS) e il francese Jacques Attali
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