Le notizie si stanno susseguendo a breve distanza e l'unica cosa certa è appunto il rapido divenire delle cose. Solo recentemente il presidente USA Barack Obama dichiarava di valutare "tutte le opzioni" senza escludere affatto quella militare. Stamattina presto abbiamo ricevuto notizia di evaquazioni dei civili e dei contractor dalla base di Balad.
Mai come un questo caso però la situazione è confusa e i fronti aperti sono moltemplici.
La situazione
Dopo la notizia dell'evaquazione articoli, opinioni ed analisi fiocano sulla rete. Seguendo una ricerca su Twitter sarà possibile visualizzarle tutte e restare aggiornati sulle ultime novità
Le forze in campo
L'ISIS è l'auto proclamato "Stato Islamico dell' Iraq e del Levante", concretamente un gruppo terroristico di matrice jihadista legato ad al-Quaida che ha come scopo l'imposizione della Sharia e l'unione di Siria e Iraq in un unico stato musulmano. Per farsi un'idea chiara di chi siano i componenti dell' ISIS potrebbe è opportuno fare ulteriori approfondimenti. In queste ore l' ISIS sta diffondendo messaggi di propaganda che mirano al reclutamento di nuove leve.
Il presidente Barack Obama sta scondando un periodo di impopolarità alla fine del suo mandato e in questo momento preferisca evitare un coinvolgimento diretto, ma non possa non mostrarsi forte ne rischiare di perdere il proprio primato su un paese ricco di petrolio. Il governo Iraqeno e l'ambasciata USA hanno quindi fatto un massiccio uso di droni per monitorare a distanza la situazione nei territori controllati dall' ISIS.
Le truppe americane sono tornate a casa dall' Iraq solo due anni fa, lasciando sul campo di battaglia oltre 7000 morti. E ora potrebbero doverci tornare a finire quello che molti sono cononvinti che per molti è "lavoro che poteva essere fatto bene subito".
Ma la situazione è molto più complicata.
I fronti opposti infatti potrebbero essere molto più frammentati e diversificati: resta infatti la lotta interna tra curdi shiiti, sunniti, e l'esercito USA potrebbe venire appoggiato da quello Iraniano, in una cooperazione che potremmo definire per lo meno "insolita".
D'altro canto negli Stati Uniti il conflitto tra democratici e republicani non tarda a farsi sentire: se c'è chi continua a sostenere la guerra al terrorismo, c'è anche chi non appoggia l'intervento al fianco di Teheran e non esita a definire la presente situazione una prova del fallimento delle precedenti operazioni militari.
Il resto del mondo però non è in posizione tale da poter abbassare la guardia e stare a guardare. Sono in molti a ritenere che l' ISIS, un quanto gruppo terroristico, possa colpire con ritorsioni ed attentati anche in Europa e USA.
Non va scordata poi la vicinanza della Siria, che fa anche parte dei progetti di chiarati dal' ISIS, l'appogio russo al governo siriano, il ruolo di Israele, Kuwait ed emirati arabi, per finire con l'annosa questione del golfo dell'Oman, passaggio obbligato delle petroliere...
Petrolio
L'Iraq può vantare la seconda riserva di petrolio al mondo, una produzione di circa 5 milioni di barili al giorno con soli 2000 pozzi. Le potenzialità petrolifere di questo stato sono notevoli. Inutile dire che questo aspetto non è affatto secondario in questo periodo.
Links:
- http://en.wikipedia.org/wiki/Iraq#Economy
- http://en.wikipedia.org/wiki/Islamic_State_in_Iraq_and_the_Levant
- http://www.internazionale.it/news/iraq/2014/06/12/sei-cose-da-sapere-sui-jihadisti-dellisil/
- http://america24.com/news/kerry-isil-minaccia-non-solo-per-iraq-ma-per-usa-ed-europa?refresh_ce
- http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/06/13/iraq-americani-evacuati-da-base-balad_61d2d859-c052-47f7-9ac9-cb3fb64a8b0e.html