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E rieccoci con il nostro appuntamento su come realizzare lame e utensili da taglio. L’ultima volta abbiamo avuto modo di vedere lo strumento forgia, oggi invece, ci addentreremo nella vera e propria lavorazione, analizzando quelli che sono i metodi più utilizzati per la lavorazione dell’acciaio ai nostri fini.
Oggi parleremo dei due principali metodi di lavorazione del metallo e delle particolarità di questi metodi rispetto alla realizzazione di coltelli.

 

Tipi di lavorazione
La lavorazione dell’acciaio, intesa sempre ai nostri scopi (realizzare lame) può essere suddivisa in due macro categorie:

  • la lavorazione per asportazione o lavorazione “a freddo” e
  • la lavorazione per forgiatura o lavorazione “a caldo”

Vediamo in cosa si differenziano, vantaggi e svantaggi e gli strumenti e le lavorazioni che in entrambi i casi possono essere utilizzate.

 

Lavorazione per asportazione.
Viene detta anche "a freddo" perché il pezzo manterrà una temperatura costante prossima a quella ambientale o al massimo varierà di un centinaio di gradi nel caso utilizzeremo flessibili per il taglio. Il metodo principale di questa tecnica è quello di tagliare, abradere dunque rimuovere parte del materiale iniziale, per raggiungere pian piano la forma che si addice ai nostri scopi. Per fare questo dobbiamo lavorare con un materiale "tenero" o che sia stato ricotto oppure la lavorazione sarà pressochè impossibile.
Prima di procedere oltre consideriamo la ricottura. Solitamente tutti gli acciai venduti in lamine sono già ricotti. Potete tranquillamente verificare dal vostro rivenditore. Il materiale non ha subito trattamenti termici e risulta quindi più morbido e facile da lavorare. Nel caso invece di materiali di recupero, quali lime, balestre di camion, cuscinetti a sfera, sarà necessaria una ricottura. Per ricuocere un materiale, dobbiamo quindi portarlo ad una temperatura di circa 800 gradi e lasciar decadere lentamente la sua temperatura, nella forgia spenda, dentro un secchiello di cenere, di sabbia o meglio ancora di vermiculite. Per avere un metodo empirico molto efficace per verificare se abbiamo raggiunto la temperatura ideale, tenete con voi una calamita, e provate a puntarla (attenzione non bruciatevi, usate una pinza per tenerla!) sul pezzo di acciaio interessato. Se questa non attaccherà, allora il pezzo potrà essere tranquillamente lasciato raffreddare come detto sopra, fino al raggiungimento della temperatura ambientale.


Lavorazione per forgiatura.
Questa lavorazione è quella che farebbe un fabbro con martello ed incudine. Oltre ad avere un fascino davvero inimitabile, ha dei reali vantaggi per il metallo, che vedremo tra poco. Sconsigliabile per un primo approccio data la necessita di una serie di martelli, un incudine, e una buona serie di pinze, nonché di uno spazio adeguato e di un ottima manualità. Si può considerare questo tipo di lavorazione come obbiettivo da raggiungere successivamente. Bisogna portare il materiale ad una temperatura detta “plastica” (dal rosso all’arancione) e di lavorarlo per fucinatura, in modo da plasmare il pezzo iniziale in quello che sarà il nostro coltello finito (o quasi). Infatti è bene lasciare un buon margine al lavoro, per rimuovere le scorie di lavorazione che potebbero risultare antiestetiche (ma che ad altri piacciono, come il “brut de forge”). Il metallo durante questo processo di martellatura, si trasforma, i cristalli che compongono la lega, si affinano, portando il materiale ad uno stato sicuramente migliore di quello iniziale con benefici per quanto riguarda le sue capacità meccaniche, e di tagliente ottenibile.


Nel prossimo articolo passeremo ad analizzare la lavorazione "a freddo", per cui fatevi trovare pronti con il vostro pezzo d'acciaio ricotto. Procuratevi anche un flessibile con dischi da taglio e da sbavo, una mola da banco, un seghetto da ferro.

 

Niki Fromers per Prepper.it