Se intavolare una discussione basata su "il tuo argomento d'interesse (cartoni animati/collezione di francobolli/videogames/lingue morte/balli di varia natura) è più strano del mio", può essere utile e divertente capire "cosa dicono di noi" gli altri per mettersi in discussione e capire cosa non riusciamo a trasmettere a chi ci sta attorno.
"Aspettati meno dagli altri e più da te stesso". Questo adagio non dovrebbe fare fatica ad essere capito e messo in pratica da un Prepper degno di questo nome. Non possiamo pretendere che altri condividano il nostro punto di vista se noi per primi non li mettiamo in condizione di capirci.
Vediamo allora alcuni degli stereotipi che ci troviamo spesso di fronte, analizziamo cosa di quello specifico comportamento inquieta la "gente normale" e proviamo a fare quancosa di più per farci capire. Non bisogna poi scordarsi che gli altri possono, a volte, essere uno specchio utile per capire se stiamo "esagerando" in questa o quella direzione, correndo anche il rischio di sbilanciare troppo le nostre strategie.
Gunny o Rambo: armi, fucili, coltelli e tante, tante, tante munizioni
E' forse lo stereotipo più diffuso e più pesante da portare. Dobbiamo riconoscere che la stragrande totalità dei prepper americani adora attorniarsi di armi da fuoco di tipo militare o semi militare, compresi fucili d'assalto e simili. In Europa ed in particolare in Italia, questo comportamento non è ben visto nè considerato comprensibile. Bisogna ammettere una diversità culturale di base per cui per uno Statunitense è normale, in quanto diritto garantito dalla Costituzione, possedere un'arma per difendere la propria proprietà e lo Stato: puro retaggio Cowboy che ha spesso causato più vittime innocenti che effetiva sicurezza (vedi Columbine). Pur ammettendo una diversità culturale di base, è un punto di vista portato piuttosto all'estremo tanto da diventare difficile da capire. Ne consegue che molti prepper degli USA arrivano a possedere decine di fucili e pistole di ogni genere e casse su casse di munizioni. Molti addirittura basano su quello la stragrande maggioranza delle strategie che approntano e sicuramente considerano improponibile un piano di difesa che non preveda la presenza di armi, solitamente da fuoco. Non sono rari i casi in cui ci sia una eccessiva abbondanza di armi e poche scorte alimentari o altro. Solitamente è forte il richiamo al patriottismo e relative esternazioni, tuttavia è da notare che ci sono patrioti che stanno dalla parte del governo e delle istituzioni ed altrettanti che sono apertamente contro. Inoltre pochi si esimono dall'essere religiosi e praticanti, anche perchè sovente l'autorizzazione e la benedizione di usare le armi per una causa giusta (quale non lo è?) ha di frequente origine divina.
Una delle regole fondamentali per stare fuori dai guai e non infilarcisi da soli, e possedere un'arma è forse uno dei metodi migliori per infilarsi nei guai. Il grado di buon senso necessario per possedere un'arma e detenerla in sicurezza è molto più alto della media mondiale. Riguardo alle armi, la prima cosa che si deve imparare è a non usarle.
Questo tuttavia non vuol dire che non ci si debba preoccupare di diversi modi in cui difendersi e proteggere noi, i nostri cari e le nostre risorse, ma lo si deve fare appunto con molta cura ed attenzione, sempre nell'intento di minimizzare i danni ed i rischi. Per questo forse è meglio optare per metodi di difesa legali, efficaci e a prova di rischio, con scarse possibilità di causare danni fisici gravi e/o permanenti, quali lo spay al peperoncino.
La Cassandra complottista: quella che vede sempre nero
Questo prepper SA che il mondo sta per finire, SA che è già troppo tardi, SA che moriremo tutti, presto, anzi prestissimo. Vive con l'ansia di quel momento, conosce tutte le profezie del caso, ogni accenno mistico sia mai stato fatto, e quando incrocia gli ultimi dati della NASA con quello che ha letto su un forum, vede che tutto torna, gli è evidente, ha le prove. Gli altri non gli credono, per ora, ma vedranno... ah! se vedranno.
Se le idee ed i pensieri di questo prepper sono solitamente considerati folli, le strategie che appronta non sono da meno, dato che hanno in comune il fatto di soffrire degli stessi difetti: poca coerenza, poca praticità, poca competenza (non sono rari quelli che hanno un livello di scolarizzazione medio basso che danno dei somari a diversi esperti mondiali dei vari campi. Pur ammettendo le eccezioni la statistica da loro contro). Assistiamo quindi a gente che pensa di nascondersi in caverne o di sigillarsi ermeticamente in casa, senza rendersi conto delle difficoltà e dell'inutilità di simili piani rispetto allo scenario che prospettano.
La casa nella prateria: io, il mio asinello e un po' di whisky, sereni nel nostro campo di fagioli
Alcuni puntano molto sull'autosufficienza e sull'indipendenza. Questo solitamente è una cosa buona, in quanto limita la nostra dipendenza da oggetti/servizi/comodità che potremmo non avere più. Tuttavia ci sono casi abbastanza estremi in cui alcuni Prepper (sempre USA) non si limitano a tornare alla vita nei campi e al contatto con la natura. Ci sono intere comunità che si ritirano alla vita agreste, e anche le abitudini e le regole di queste comunità tornano ad essere molto simili a quelle dell'inizio del secolo precedente.
Tra queste ci sono indicazioni di comune buon senso, quale il limitare il consumo di certi alimenti e pianificare i consumi in accordo con le possibilità offerte loro dalla terra che possono lavorare, una maggiore unione nella vita della comunità ed una vita sociale intensa. Tuttavia non mancano altre che lasciano più perplessi, specie quando sfociano nell'esagerazione. Ad esempio si nota uno spiccato fervore religioso (cattolico, cristiano, protestante, hare-krishna, newage) che tende ad imporre o a vietare certi capi di abbigliamento, incita o proibisce alcuni comportamenti, impone regole sociali strette quasi a negare che molti progressi sociali e relazionali si sono fatti dal 1800 ad oggi. Saltuariamente sfocia quasi nel fondamentalismo.
La formichina: una enorme riserva di cibo diligentemente catalogata ed archiviata
Non c'è mai abbastanza cibo, ci può essere una bocca in più da sfamare e lo spazio per un pacco di spaghetti extra si trova sempre. Ovviamente non solo cibo, ma acqua, tanta acqua, e oltre a quella candele, corda, sapone, carta igienica... una intera lista della spesa. Il tutto culmina in un enorme deposito pieno fino al soffitto.
Sebbene la scorta sia sempre una strategia trasversale valida, non bisogna cadere nell'errore di appoggiarsi solo a quella. Anche se si hanno tutti gli oggetti e gli strumenti a cui si può pensare, è indispensabile apprendere anche tutte le abilità e le competenze per affrontare l'inaspettato e per adatarsi a quello che non abbiamo preso in cosiderazione. Inoltre, una scorta troppo grande può presentare i suoi difetti: attira l'attenzione e quindi la fame altrui e può diventare inamovibile se non in parte e in tanto tempo, precludendoci la possibilità di svignarcela verso altra destinazione senza perdere risorse su cui abbiamo investito così tanti soldi, tempo ed energie.
Il figlio della guerra fredda: felicità e un bunker nel giardino di casa.
I primi preppers risalgono ai tempi della guerra fredda e la loro strategia principale era un bunker antiatomico. Probabilmente quelli sopra i 30 anni si ricorderanno
Fortunatamente, con il crollo del blocco sovietico, l'incubo è finito, i Russi hanno "dimostrato di amare anche loro i loro bambini" e la follia della mutua distruzione garantita è terminata. Questo ha fatto sì che molte delle pratiche e delle strategie approntate siano ora poco attuali, anche se il pericolo di guerre con armi nucleari nell'Estremo Oriente ed in Asia ha ultimamente fatto capolino. Rimangono comunque interessanti le premesse anche se ora bisogna prendere in considerazione anche altri scenari che 30 anni fa erano giustamente messi in ombra dalla spada di Damocle nucleare.
L'untore ipocondriaco: disinfettante per le mani, mascherina e guanti.
SARS, H1N1, Ebola, Aviaria, Suina, Spagnola, Cinese e tutte le relative varianti. Solitamente il prepper che si concentra su questo tipo di eventi e rischi è anche ipocondiraco e/o igenista e adotta quotidianamente dei comportamenti che lo portano ad evitare contatti a rischio contagio. Le sue scorte prevedono innanzitutto medicinali, in particolare antibiotici, ma anche attrezzatura di protezione monouso (guanti in lattice, mascherine, protezioni per gli occhi, etc). Tutto questo per non farsi raggiungere dal killer invisibile: il virus.
Non si può certo dare torto, almeno in linea di principio, a questi prepper, dato che per prime ci si mettono le organizzazioni nazionali per la sanità, le case farmaceutiche e la stampa a creare allarmismo ed ingigantire le cose: negli anni passati queste notizie erano su tutti i media. Le case farmaceutiche hanno fatto affari miliardari con i governi di vari paesi e molte aziende hanno dovuto scorporare dal bilancio la voce per i detergenti in gel per le mani che da sola aveva fatto triplicare i valori sballando tutte le medie e le statistiche. Tuttavia è da notare che le vittime accertate erano di ordini di grandezza inferiori a quelle dei "banali" incidenti domestici.
Molto mad poco Max: cinico, freddo, contro i motociclisti
Ha un piccolo arsenale di armi fatte in cantina: archi, balestre, coltelli di ogni misura. Si aspetta uno convolgimento del mondo noto dove regnerà solo la legge del più forte. Per questo si prepara ad essere letale e a mantenere sempre un profilo molto basso, sotto il radar. La sua preparazione è quella del survival nell'outback australiano, allenata sui sentieri da trecking della Valtellina e nei campeggi in Corsica. Il suo zaino è la sua casa e ha un approccio buddista riguardo (la soppressione de) le sue necessità.
Tutte le strategie approntate possono essere utili, ma spesso puntare al minimalismo non si rivela essere la scelta più giusta. Se da un lato è vero che meno necessità abbiamo e più siamo liberi e versatili, questo non vuol dire che queste esigenze si possono ignorare o peggio sottovalutare. Inoltre, affidarci ad un insieme molto limitato di risorse è come affrontare il mare aperto con una zattera: da "avere poco" ad "avere niente il passo" è molto breve.
Ma siamo tutti così matti?
Certamente, chi più chi meno, ci saremo riconosciuti in uno o più dei personaggi descritti in modo umoristico i cui tratti sono stati volutamente esagerati. Questa tuttavia non vuole essere una critica tantomeno una presa in giro. Piuttosto potremmo coglire lo spunto per capire se sitamo esagerando. Non nel senso di sentirci psicotici o fuori di testa, ma semplicemente troppo focalizzati su alcuni punti a scapito di altri. Adottare una sola strategia non è una buona idea. L'idea stessa di avere un piano B dovrebbe far nascere spontanea almeno quella del piano C... Inoltre non dobbiamo scordarci mai che i diversi scenari ed Eventi possono essere legati tra loro e un'emergenza può a sua volta essere causa di altre emergenze e problemi secondari.
Nessuno dei personaggi precedenti ha ragione nè torto. Ogni aspetto che considerano è corretto, ma come dicevano i romani "in medio stat virtus". Evitiamo quindi ogni esagerazione, ogni compartimentazione. Restiamo aperti a molteplici eventualità e quindi, inevitabilmente, prepariamoci un pochino (il più possibile) per tutte queste piuttosto che essere superspecializzati ma solo su un fronte.
Le strategie si diversificheranno, la nostra preparazione ne beneficerà e magari, non passando più per matti, anche la vita sociale.