Le piante officinali ed i rimedi naturali sono noti da sempre. Ma è bene ricordare che, utilizzati alla stregua di medicinali, possono avere essi stessi degli effetti collaterali dannosi. Il diffuso concetto per cui "una cosa naturale non fa male è quanto di più sbagliato e pericoloso ci possa essere.
In questo articolo vediamo alcuni rimedi comuni, sicuri sapendo riconoscere correttamente la pianta giusta, che possono essere impiegati in poco tempo e senza preparazioni elaborate.
Un sapere antico
Sapere che esistono piante commestibili o medicinali, dove trovarle e come utilizzarle può essere di grande aiuto. Ogni pianta può avere decine di proprietà che possono essere estrapolate e valorizzate in molti modi: consumo fresco, infusi, decotti, tisane, fumigazioni, sciroppi, tinture, olii essenziali, consumo secco, ecc., ma alcune di queste soluzioni esigono settimane se non mesi di preparazione e spesso richiedono ambienti salubri e attrezzature che difficilmente si possono reperire in un contesto di emergenza, ecco perché è bene concentrarsi sulle tipologie di utilizzo più immediate.
Alcuni esempi
Vi proponiamo un breve elenco rappresentativo di piante poco conosciute e/o poco valorizzate che si possono comunemente trovare in quasi tutta Italia, selezionate in base ad un ipotetico bisogno reale e di semplice e veloce utilizzo.
- Il pino silvestre: diffuso sull'Arco alpino, dalle altitudini fino alla pianura, può essere utilizzato come decotto per disinfettarsi le mani e come infuso balsamico.
- L’aglio orsino, o aglio selvatico: si trova nei fossi nei boschi e nei prati della nostra penisola; ha proprietà vermifughe, antibiotiche e antimicotiche. Un utilizzo immediato consiste nel mangiarne le foglie; anche il bulbo è edule e, soprattutto, conservabile mediante essiccazione.
- L’agrifoglio: sebbene insidioso per via del veleno contenuto nelle bacche, è un ottimo febbrifugo. Un modo pratico di utilizzarlo è fare un decotto di foglie e corteccia. Lo si trova comunemente nei boschi di faggio in tutta Europa.
- Anche il decotto di foglie di salice piangente è un ottimo rimedio per la febbre, mentre un infuso di corteccia è un’ottima terapia contro la diarrea.
- L’achillea: tra le sue mille proprietà, può annoverare anche un discreto potere cicatrizzante. La sua linfa strizzata su tagli e ferite accelera il processo naturale di guarigione, mentre una tisana ottenuta con le foglie ha proprietà digestive.
- Il topinambur: ha radici commestibili simili a patate e quindi ricche di carboidrati. In Italia, fatta eccezione per la Sardegna è comunemente diffusa e si trova in abbondanza vicino ai corsi d’acqua.
- Lo stesso comunissimo dente di leone, anche detto quasi dispregiativamente “pisciacane”, in arte tarassaco può essere mangiato, sia crudo che cotto come uno spinacino. Il sapore è amaro specie se la pianta non è più giovanissima, ma la fame rende tutto più buono. Inoltre ha proprietà diuretiche e la capacità di stimolare l’intestino.
Questi piccoli esempi sono solo un assaggio del potenziale che comunemente si trova in natura e che annovera centinaia di specie vegetali. Esso varia di zona in zona e spesso viene ignorato dai più. Da non sottovalutare inoltre, in un contesto di necessità, specie più conosciute e apprezzate come noccioli, castagni, pini marittimi (pinoli) e alberi da frutta in genere, frutti di bosco, funghi (sapendoli riconoscere e stando alla larga da esemplari dalle caratteristiche dubbie), asparagi selvatici e chi più ne ha più ne metta. Insomma tutto quello che oggi ci viene servito nei ristoranti come rarissima raffinatezza locale, si trova più o meno comunemente in natura a pochi chilometri dai centri abitati.
I nostri nonni ne facevano uso più o meno giornalmente, poiché il supermercato per loro era un lusso. Riscoprire l’arte di usare quel che naturalmente si trova accanto a noi può davvero essere importante al fine di vedere l’alba del giorno dopo.
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