Le notizie che arrivano dalla Turchia sono preoccupanti. Mentre i media ufficiali informano solo sulla parte relativa alle repressioni necessarie e ai significati politici, dal basso emerge una nuvola di informazioni. Anche in questo caso Internet è il portavoce dei manifestanti, inviso ai governi. Le notizie e le immagini non filtrate che arrivano da Twitter tramite gli hashtag #occupygezi, #gezi, #taksim, #Turchia e molti altri, raccontano una storia molto diversa.

In questa versione della storia, accanto a immagini di un'occupazione pacifica, di rivendicazioni condivisibili riguardo le libertà individuali e la protezione del parco più antico di Istambul, ci sono anche racconti agghiaccianti di gesti brutali da parte della polizia, e di uno spirito indomito da parte dei manifestanti che, oltre che ad Istambul, si stanno verificando in tutte le maggiori città Turche.

La piazza e gli scontri.

L'arma principale, da una parte, sono i gas lacrimogeni,dall'altra maschere ed occhialini da piscina. I lacrimogeni, sparati ad altezza uomo, sono usati come proiettili  oltre che come strumento di intossicazione: molte persone sono state ferite alla testa e agli occhi dalle cartucce. Ma ci sono rapporti che parlano anche di proiettili di gomma, e gli immancabili manganelli.

 

Libertà civili sospese.

Si parla di 600 persone arrestate (ma il numero è in costante crescita) a cui non sarebbero state formalmente mosse accuse formali, il cui arresto però sarà a tempo indefinito. Altro gesto autoritari del governo turco c'è quello degli arresti di circa 80 avvocati: all'interno del tribunale si opponevano ai metodi usati per sedare le proposte e sono stati presi e caricati a forza sui mezzi delle Forze dell'Ordine turche.  Metodi liberticidi e degni di una dittatura militare.

E dopo i manifestanti è la volta dei giornalisti, specie se stranieri. Il fotografo italiano Daniele Stefanini è stato ferito alla testa durante gli scontri, prelevato in ospedale e portato in questura dove è in stato di fermo. La sua attrezzatura è sparita.

 

Tortura? quasi...

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.be" target="_blank">Le immagini che difficilmente vedremo nei nostri telegiornali sono davvero atroci. Tra le prove raccolte dai manifestanti c'è anche l'utilizzo di agenti chimici corrosivi da parte della polizia, che ha aggiunto i prodotti della Jenix agli idranti dei carri anti-sommossa. Le reazioni sulla cute dei manifestanti sono evidenti.

Non solo: la polizia ha impedito ai medici l'accesso alla piazza e persino negli ospedali in cui sono stati ricoverati i manifestanti. Alcuni di questi hanno ferite gravi aperte, emorragie e fratture causate dalle cariche e dai manganelli.

 

Contromanifestazioni e scioperi.

La protesta prosegue anche in forme diverse: il premier turco Erdogan ha presenziato ad una manifestazione in suo sostegno. Sul numero sostenitori però  è scontro di cifre, mentre pare comprovato che i filo-governativi siano stati pagati e/o rifocillati a panini, un metodo per organizzare i l consenso già visto anche da noi in Italia.

Sull'altro fronte i Sindacati dichiarano lo sciopero generale ad oltranza fino a che le repressioni violente di polizia ed esercito cesseranno e le richieste del popolo turco accettate e messe in atto.

 

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