In questa versione della storia, accanto a immagini di un'occupazione pacifica, di rivendicazioni condivisibili riguardo le libertà individuali e la protezione del parco più antico di Istambul, ci sono anche racconti agghiaccianti di gesti brutali da parte della polizia, e di uno spirito indomito da parte dei manifestanti che, oltre che ad Istambul, si stanno verificando in tutte le maggiori città Turche.
La piazza e gli scontri.
L'arma principale, da una parte, sono i gas lacrimogeni,dall'altra maschere ed occhialini da piscina. I lacrimogeni, sparati ad altezza uomo, sono usati come proiettili oltre che come strumento di intossicazione: molte persone sono state ferite alla testa e agli occhi dalle cartucce. Ma ci sono rapporti che parlano anche di proiettili di gomma, e gli immancabili manganelli.
Libertà civili sospese.
Si parla di 600 persone arrestate (ma il numero è in costante crescita) a cui non sarebbero state formalmente mosse accuse formali, il cui arresto però sarà a tempo indefinito. Altro gesto autoritari del governo turco c'è quello degli arresti di circa 80 avvocati: all'interno del tribunale si opponevano ai metodi usati per sedare le proposte e sono stati presi e caricati a forza sui mezzi delle Forze dell'Ordine turche. Metodi liberticidi e degni di una dittatura militare.
E dopo i manifestanti è la volta dei giornalisti, specie se stranieri. Il fotografo italiano Daniele Stefanini è stato ferito alla testa durante gli scontri, prelevato in ospedale e portato in questura dove è in stato di fermo. La sua attrezzatura è sparita.