Tempo fa avevano fatto discutere le teorie ed i metodi di Giancarlo Giuliani sui precursori sismici, ovvero quei segnali che la natura potrebbe dare prima dello scatenarsi di un terremoto. La ricerca di questi segnali è mossa dalla comprensibile ricerca di una via di salvezza dalla catastrofe del terremoto.

Dopo Giuliani è la volta di Fedora Quattrocchi, studiosa dell'Ingv, che ha raccolto una serie di dati e fenomeni osservabili che hanno anticipato il terremoto in Emila Romagna. Tra questi sono citati acqua nera nei pozzi, temperature alte di suolo ed acqua, moria di pesci e topi, alterazioni vitali in allevamenti e colture.

Che i terremoti siano prevedibili o meno non ci è ancora dato sapere. Tuttavia non si può certo dire che la stampa e anche le istituzioni siano d'aiuto: ipotesi possibiliste e smentite si rincorrono ed inevitabilmente confondono. Anche la certezza con cui alle volte si sostiene che il terremoto non ci sarà più o che non proseguirà le scosse farebbero pensare che, per sostenere queste tesi, sia necessario sostenere che i terremoti siano prevedibili, anche se chi lo dice sostiene il contrario...

Di certo possiamo ancora ritenere che i terremoti non si manifestino a caso che che siano un effetto di un processo deterministico, in un mondo governato dalla legge causa-effetto. Secoli fa, nel buio dell'ingoranza, molti fenomeni naturali erano visti con rassegnazione come la vendetta di una natura matrigna e capricciosa. Questa posizione tra le altre permetteva via via a stergoni, regnanti, ordini religiosi o autorità varie di mantenere il potere. Ora conosciamo meglio quei fenomeni, ma forse certi atteggiamenti politici non sono cambiati. Rimane la speranza che l'attualmente sostenuta non-predicibilità sia in realtà l'incapacità umana di considerare e calcolare tutte le variabili in gioco, e che un giorno, evolvendoci dedicando più energie alla ricerca, questi fenomeni non siano più un mistero.

 

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