Ebola pare aver già raggiunto il picco della sua popolarità e si avvia, lentamente, al declino ed al ciclico oblio. Non è infatti la prima volta che questo virus diventa l'argomento del giorno per poi venire rimesso nel dimenticatoio fino alla volta sucessiva.
Sperando che, effettivamente, il pericolo si stia già allontanando, vediamo assieme alcune cose che possiamo imparare da questa situazione che volge al termine.


Preoccupazioni
Chiariamo una cosa: ebola è stata realmente una minaccia, e chi ha tenuto d'occhio da vicino il progredire della malattia e ha cercato di capire ha dimostrato responsabilità e consapevolezza.
Vogliamo però fare tesoro di alcuni aspetti collaterali di questo episodio come fatto in precedenza per la bufala della "fine del mondo Maya".

  • ricerca: il virus è in giro da anni, ma la ricerca di un vaccino o altri sistemi per arginarlo è stata messa in moto seriamente solo quando è cominciato a divevtare una minaccia per l'occidete. Ma degli ultimi della società non interessa niente a nessuno. Più compassiome meno preoccupazione.
  • audience: abbiamo visto di tutto sui giornali, il meglio ed il peggio. Le informazioni alle volte erano corrette, ma sempre condite da un po' di sano allarmismo che innalza gli ascolti: "...ma siamo sicuri?"
  • disinformazione: nonostante sia sempre stata chiara la modalità di trasmissione del virus, più volte abbiamo sentito dire, smentire, ritrattare il fatto che il virus si potesse prendere per contatto di oggetti. La risposta è sempre stata solo "NO", e tutte le altre voci diverse sono nate solo dalla paura galoppante.
  • complottismo: ne abbiamo sentite di ogni: dal virus creato in laboratorio, all'esperimento impazzito, al tentativo di eugenetica a quello di limitare la sovrapopolazione. Ogni occasione è purtroppo ghiotta per chi ha bisogno di cerare il "più marcio" piuttosto che accontentarsi dei fatti, che saranno anche più semplici ma hanno l'indubbio vantaggio di essere veri.
  • follie: c'è stata anche una parte del mondo delle informazione che, ancora una volta, ha diffuso informazioni false. Tra le tante basta citare quella per cui alcuni malati si fossero risvegliati sotto forma di zombie. Ci chiediamo cosa altro serva per la radiazione dall'albo.
  • razzismo: la paura del diverso è connaturata nell'uomo, ed è tanto maggiore quanto questi è insicuro. Non sorprende quindi che la combinazione "malattia+straniero" sia stata un comodo cavallo di battaglia per chi voleva aprofittare degli istinti più biechi e dell'ignoranza delle masse

 

Nei fatti
Ebola è un virus dalle caratteristiche molto diverse rispetto ai virus in grado di scatenare una pandemia (cosa molto diversa da una epidemia che infatti si è verificata) innanzitutto per il suo scarso potere di contagio e diffusione. In un ambiente come quello occidentale, con le sue regole sociali ed alti standard igienici, le possibilità che ebola si diffonda (stando a quello che è il comportamento del virus ora) sono decisamente bassissime. Il virus dell'influenza è molto più contagioso e si diffonde molto più facilmente, grazie alla natura aerea.
Ipotesi sulle varie mutazioni sono spesso state fatte da chi di virologia, epidemiologia, mutazioni, ma anche solo evoluzione non sa un gran che.


Siamo stati comunque fortunati
Con l'inverno alle porte possiamo dire di essere stati sicuramente fortunati, quantomeno per un aspetto: se ci fossero stati più casi di ebola confermati in qualsiasi città europea, il panico si sarebbe impossessato delle città a causa di un virus "copycat": quello della comune influenza. Essendo i sintomi simili è difficile pensare che tutti sarebbero stati tranquilli dopo uno starnuto in metropolitana, men che meno se a farlo sarebbe stato un cittadino di colore. Il problema dei falsi positivi, o ancora peggio dei falsi negativi sarebbe stato notevole.

Altra fortuna per il mondo è stata che il virus non sia arrivato a colpire altri luoghi densamente popolati e con scarse condizioni igieniche. Pensate a quanti decessi avrebbe potuto causare ad esempio in India...

Infine, un dato oggettivo su tutti, è che l'impatto del virus sulla sanità degli stati sarebbe stato devastante: il costo in termini sia economici che di sforzo necessario per l'assistenza dei malati avrebbe messo in ginocchio il welfare con pesantissime conseguenze.

 

A conti fatti
Per l'Europa e gli Stati Uniti (unici paesi non africani a subire pochi casi di contagio o decessi) ebola è stato un banco di prova impietoso. Il fatto che la quasi totalità dei contagiati appartenesse alla comunità medico-scienfica dimostra quanto, di fatto, anche quelli che dovevano essere i primi a fronteggiare la malattia non fossero adeguatamente preparati.

Speriamo meglio per la prossima volta... ma anche no.