"La rete" nelle ultime ore non parla d'altro, ma stavolta non lo fa "per farsi ascoltare", lo fa "sapendo di essere ascoltata" o sarebbe meglio dire spiata. La NSA è stata colta con le mani nella marmellata: è saltata la copertura del progetto PRISM, grazie al quale il governo americano intercetta ed ascolta le comunicazioni telefoniche e digitali dei suoi cittadini senza necessità di un mandato legale, in barba a tutte le leggi che tutelano la privacy.

Questo è solo l'ultimo caso (e certamente non il primo) in cui Internet è al centro di uno scandalo sulla privacy. Ma quanto possiamo essere sicuri in rete? Cosa possiamo fare per proteggere la nostra privacy? E perché potremmo volerla difendere "anche se non abbiamo nulla da nascondere" ?

 

Una lunga battaglia.

Internet è per molti sinonimo di strumento di dissenso, ma anche di libertà di espressione e di garanzia del diritto di parola e dell'anonimato. Non a caso è stata proposta come candidato per il Nobel per la Pace.

Recentemente ci sono stati molteplici episodi che hanno visto i governi di diversi paesi tentare di mettere la museruola a siti, blogger e social network. Citiamo Carnivore ed Echelon tra i più famosi. Ma le infrastrutture informatiche sono anche state un asset strategico: i numerosi casi di cyber-guerriglia ne sono una prova.

 

PRISM: l'ultimo caso

Un progetto enorme che si infiltra nelle comunicazioni delle più grandi aziende e social network. L'idea è semplice: costringere le aziende ad aprire delle backdoor nei loro server così che il governo possa accedere, raccogliere dati, immagazzinarli, incrociarli ed utilizzarli come meglio ritiene. Nulla di complicato, il semplice uso di un potere politico. Nell'elenco delle aziende coinvolte vediamo verizone, facebook, yahoo, google, skype, microsoft, apple ed altre ancora.

Ma stavolta un addetto al progetto ha pensato che si stesse andando troppo in la, ed ha messo a repentaglio la sua vita per salvare il mondo. Il segreto è saltato e ora si è acceso un dibattito accanito.

 

A quale scopo?

Venuto a galla il segreto, ci sono due campane da ascoltare:

  • la campana ufficiale garantisce che è tutto legale, che le informazioni non cadranno in mani sbagliate e che saranno usate solo per dare la caccia ai terroristi e "nessun cittadino che non ha nulla da nascondere dovrebbe preoccuparsi".
  • le associazioni per le libertà civili sostengono che questo sistema sarebbe usato per intercettare persone che si oppongono al governo in qualsiasi modo e intervenire contro di esse, e portano come esempi alcuni arresti chirurgici di esponenti di spicco del movimento di #Occupy proprio il giorno prima delle manifestazioni.

 

USA... e il resto del mondo?

Resta una questione tutt'atro che marginale da chiarire. Ammesso (e non concesso) che PRISM possa essere legale negli stati uniti, resta il fatto che ci sono milioni di utenti che non sono statunitensi, ne risiedono sul suolo americano che utilizzano quegli stessi servizi. Anche se il governo americano garantisce che i dati sono usati per investigare sulle minacce di terrorismo interne agli Stati Uniti, nessuna garanzia può essere data che questi mezzi non siano usati anche su comunicazioni di cittadini europei le cui comunicazioni ed i dati personali sarebbero quindi liberamente consultabili da un governo estero.

 

Edward Snowden

La talpa che si è ribellata a questo sistema è un tecnico di 29 anni, che ha rilasciato un'intervista al Washington Post e al Guardian in cui spiega il funzionamento del sistema e le motivazioni etiche che lo hanno spinto a svelare i segreti di stato. Durante il suo lavoro ha assistito a innumerevoli abusi dell'utilizzo di queste strutture "come se non fosse un problema", "azioni condotte sulla base di una auto-giustificazione per cui si sta servendo il paese" . E ancora: "quasiasi analista può puntare quasiasi persona in qualsiano momento dovunque si trovi", "le informazioni registrate possono essere selettivamente utilizzate contro chiunque per dipingerlo come un nemico del paese", "l'unica cosa che argina questa possibilità sono norme, non leggi, che possono essere cambiate unilateralmente in un attimo, senza che la gente possa fare nulla per opporsi: la tirannia chiavi in mano".

Per questa sua coraggiosa decisione Snowden ha dovuto lasciare gli Stati Uniti temendo ritorsioni analoghe a quelle subite da un suo predecessore Bradley Manning, alla volta di Hong Kong.

Ieri ha fatto perdere le proprie traccie e non si hanno più notizie di lui.

 

 

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