Riceviamo e pubblichiamo con piacere questa analisi economico-politico finanziaria sulla situazione attuale del paese.

 

Milano, 5 febbraio 2012.

Come da avvertimento lapidario di Christine Lagarde del Fondo Monetario Internazionale, quest’anno o la va o la spacca. Forse è l’Armageddon del Sud Europa e probabilmente per la borsa milanese la soluzione finale è già avvenuta 4 anni fa. Basta guardare il listino dove i due terzi delle società quotate capitalizzano molto meno di 500 milioni di euro e, udite udite, sono state esonerate da Mario Monti dal pagare la Tobin Tax perché il gettito della tassa sarebbe talmente irrisorio, data la pochezza degli scambi, da non giustificare i costi dell’esazione...


Ma la crisi dapprima finanziaria dal 2008 e poi economica cresce e si estende imprevedibilmente anche a quei pochissimi capisaldi industriali che fino a ieri si ritenevano immuni, come per esempio la SAIPEM, gioiello dell’ENI. E pensare che il titolo valeva 10€ nel 2009 e riuscì a quadruplicare fino a 40 euro nei successivi tre anni. Ma nel 2012 cominciò a scendere fino a 34 e la mattina del 30 gennaio 2013 crollò fino a 20 euro. Martedì 29 però Merrill Lync e Bank of America riuscirono a collocare a investitori privati oltre 10 milioni di azioni SAIPEM a € 30.60 cadauna, poche ore prima del profit warning comunicato dalla nuova dirigenza della società.
La CONSOB indaga per insider trading. Gli investitori, pezzi grossi del risparmio gestito, si stanno ancora leccando le ferite. Non è piacevole vedere volatilizzare in una notte un terzo del valore del titolo da 14 miliardi a 9 miliardi di euro.

 


Cito questa ultima debacle borsistica perché può essere uno dei 3 detonatori realistici del crollo di borsa avvenuto il 4/2/13.
La seconda miccia si trova a Siena. Mancano 20 giorni alle elezioni politiche e lo scandalo del Monte dei Paschi rivela già da qualche tempo i suoi torbidi intrecci politico finanziari.  Si parla e si scrivono decine di pagine ogni giorno in merito a presunte tangenti da 3 miliardi di euro a Rocca Salimbeni. Trattasi di 6.000 miliardi di vecchie lire. Se si pensa al fallimento del Banco Ambrosiano per mille miliardi di lire del 1981 che provocò almeno due morti violente, quella del Presidente Calvi e della sua segretaria, non dovrebbe meravigliare qualche tragico epilogo in quel di Siena.

Ma chi conosce veramente il buco nei conti del Monte dei Paschi? Qualcuno in Banca d'Italia sa da anni quanto fosse stata indigesta l’acquisizione della banca Antonveneta, ma ha taciuto. La Signora Tarantola, ora prestata alla RAI, ci dirà ancora che Bankitalia controlla ma non imprigiona i presunti colpevoli, oppure miracolosamente salteranno fuori le complicità fra la politica, la città di Siena ed il Monte dei Paschi.

Il terzo detonatore è il cambio dell’euro col dollaro, con lo yen e perfino col franco svizzero. La povera Europa del sud, stremata dalle cure da cavallo prescritte in Grecia, Spagna, Portogallo e Italia non ce la fa più a reggere la concorrenza del resto del mondo che svaluta senza pudore, bloccando le nostre esportazioni, così creando deindustrializzazione e disoccupazione a catena. Oggi l’INPS comunica che i sussidi di disoccupazione sono aumentati di oltre il 14%  e la cassa integrazione del 61% anno su anno.

La stampa estera  si guarda bene dal dire  chiaramente che i loro governi ci muovono una terribile guerra non dichiarata ma nella quale vengono impiegate armi di distruzione di massa quali i derivati, tassi zero cost, spread sparati a raffica insieme a valanghe di dollari e di yen stampati di fresco contro un euro con mani e piedi incatenati, difeso da un Governatore che ogni tanto bela "faremo tutto il necessario per difenderlo", cioè niente, nemmeno un microscopico ribasso del costo del denaro.

Così i mercati crollano, quello Tedesco dai massimi, quelli del Sud Europa di minimo in minimo.

Cari saluti.

 

F.Rhodio