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20130524-bancheLa ricapitalizzazione delle banche cipriote è una prova generale di quello che ci attende? E’ possibile prevedere un “furto dei risparmi” in seno alla Comunità Europea e in Nord America in grado di portare alla confisca completa dei depositi bancari? 

Secondo l’Institute of International Finance (IIF) "l’approccio cipriota diventerà probabilmente potrebbe diventare la “nuova norma”, per cui sarà opportuno per gli investitori considerare le conseguenze a Cipro come un riflesso del modo in cui le future tensioni saranno trattate (Economic Times, 27 marzo 2013).

La confisca dei depositi bancari era stata prevista in più paesi. Cipro è un modello o uno scenario?

Si tratta di un processo di “pulizia finanziaria” attraverso cui le banche europee e nordamericane “troppo grosse per fallire” ( Citi, JPMorgan Chase e Goldman Sachs, per esempio) predano le istituzioni finanziarie di dimensioni inferiori per prendere il controllo di tutto il “sistema bancario”. La tendenza è la centralizzazione e la concentrazione del potere bancario, che porta a un declino eclatante dell’economia reale.

Nel regno Unito e negli Stati Uniti sono previste procedure esplicite attraverso cui i fondi dei depositi della banca in difficoltà sarà utilizzato per risanarla e i correntisti diventerebbero azionisti di banca al limite del fallimento. Una “compensazione” fittizia in azioni. Nessuna eccezione è prevista per i “depositi assicurati” degli Stati Uniti, vale a dire quelli inferiori a 250 mila dollari.


Il panorama finanziario canadese

In Canada il governo propone di stabilire un regime di ricapitalizzazione interna per le banche per cui, una banca in fase di esaurimento fondi, potrà essere ricapitalizzata grazie alla conversione dei soldi dei conti bancari, confiscati in cambio di azioni (capital action) di una istituzione bancaria “ in crisi”.

Il governo non darà alcun finanziamento per compensare i clienti depositari, né verrà in aiuto alla medesima. Le risorse confiscate saranno utilizzate dalla banca per onorare i propri impegni con le grandi istituzioni finanziarie creditizie. In altre parole, questo piano è una “rete di sicurezza” di sicurezza per le banche troppo grosse per poter fallire, a danno degli istituti di credito minori.

Se le cinque grandi banche del Canada consolideranno la loro posizione a discapito delle banche e delle istituzioni finanziarie di minor calibro si avrebbe una concentrazione del capitale bancario del paese, a vantaggio dei più grandi gruppi finanziari. Il Piano di Azione Economica "sarà allineato sulle riforme apportate in altri paesi e sulle principali norme internazionali”. Come dire conforme al modello delineato negli Stati Uniti e nell’unione Europea.

 

La “ricapitalizzazione” bancaria in confronto al “salvataggio” bancario

Nei piani di salvataggio, il governo alloca una porzione significativa dei proventi dello Stato alle istituzioni bancarie in crisi. Il denaro delle casse dello Stato viene convogliato ai gruppi bancari.  Questi piani erano considerati de facto come delle spese governative. Necessitano della istituzione di misure di austerità.

La “ricapitalizzazione” implica la confisca (interna) dei depositi bancari ed è instaurato senza l’utilizzo di fondi pubblici. Il meccanismo regolatore è stabilito dalla banca centrale.


Conclusione
I salvataggi bancari non funzionano più, oggi abbiamo al lopo posto i piani di ricapitalizzazione. Gli strati sociali a basso e medio reddito, invariabilmente indebitati, non saranno le vittime principali. L’appropriazione dei depositi bancari colpirà essenzialmente dalle classi medio alte in su, che possiedono depositi bancari significativi. I conti bancari dei piccoli e medi imprenditori saranno colpiti in seguito. Questa transizione fa parte della crisi economica e della criticità soggiacente alla applicazione delle misure di austerità.

L’annuncio di un programma di confisca dei depositi potrebbe portare a una “rovina generale delle banche”. In questo contesto, nessuna istituzione bancaria è al sicuro. L’applicazione creerebbe un caos finanziario. Interromperebbe i processi di pagamento, i salari non sarebbero più versati, né sarebbero disponibili risorse per gli investimenti per le fabbriche e per le infrastrutture, il potere di acquisto crollerebbe, le piccole e medie imprese sarebbero costrette al fallimento.

In seguito tutto il circuito bancario mondiale potrebbe essere oggetto di perturbazioni sistemiche significative. Le conseguenze sociali sarebbero devastanti. L’Economia reale cadrebbe in seguito al crollo del sistema dei pagamenti.

 

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