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Competenze e Capacità

20130306 fuoco2Nel precedente articolo sul fuoco abbiamo fatto una introduzione teorica ed una panoramica sul come bisogna procedere per accendere un fuoco, quale che sia la necessità di base.

In questa seconda parte vedremo un'altro argomento importante e comune a tutte le situazioni in cui si vuole fare un falò, a prescidere da come si ottenga la prima fiammella, o da quale struttura si è scelto di realizzare: la raccolta e la preparazione della legna, ovvero del combustibile per eccellenza.

 

 

Commettere degli errori in questa fase può essere pericoloso, compromettere la riuscita del fuoco, o aprire la porta ad altri errori grossolani. Vediamo come evitarli

  

Un passaggio importante

Come abbiamo detto nell'articolo precedente, questo passaggio va fatto prima di provare ad accendere il fuoco. Iniziare senza aver prima ben preparato la legna, ci costringerebbe a cercare la legna col fuoco acceso, rischiando quindi di perderne il controllo e di lasciarlo divampare o vederlo spegnere e di ricominciare da capo.

Non solo: raccogliere prima la legna ci permette di capire quanta ne abbiamo a disposizione e di che pezzatura. Questa informazione ci permetterà di capire cosa possiamo aspettarci dal nostro fuoco:

  • la quantità raccolta ci dirà quanto potrà durare
  • la dimensione dei pezzi più grossi ci dirà quanto spesso dovremo ri-alimentare il fuoco.
  • il tipo di legno ed il suo stato ci farà capire che tipo di struttura renderà meglio e quanto sarà caldo

 

Le dimensioni contano

Facciamo un'ipotesi introduttiva: se volessimo dare fuoco ad un manico di scopa con un'accendino, con ogni probabilità esauriremo il gas dell'accendino prima di aver avuto successo. Il tempo cala molto se al posto di un manico di scopa proviamo ad accendere allo stesso modo una matita. Sarà ancora minore se proveremo con uno stecchino del gelato (asciutto). Questo esperimento iniziale (che non dovete fare davvero) ci fa capire che le dimensioni in cui è preparato il combustibile sono importanti. Ad essere precisi non è esattamente la dimensione quanto il rapporto tra superficie e volume: a parità di volume, maggiore è la superficie esposta del combustibile più facile sarà l'accensione. E' proprio per questo motivo che si parte da foglie secche e pagliuzze.

 

Frazionare e mettere in ordine

Dovremo separare i diversi pezzi di legno in base alla loro grandezza. Ipotizziamo di avere 5 gruppi diversi, partendo dal più piccolo e dando dei riferimenti di paragone:

  1. grandezza stuzzicadenti
  2. grandezza matita
  3. grandezza manico di scopa
  4. tronchetto
  5. tronco

Ogni gruppo dovrà avere una quantità di legna grande dalle 3 alle 5 volte quello precedente. Il primo gruppo potrà consistere in un paio di manciate, se siamo bravi. L'ultimo gruppo non ha limiti se non la durata temporale che abbiamo bisogno di dare al fuoco.

L'accensione del fuoco avverà ovviamente in modo graduale: una volta cghe abbiamo dato fuoco all'esca, procederemo dal più sottile al più corposo. Una volta che un gruppo è ben acceso potremo ,gradualmente, introdurre un elemento del gruppo successivo ed aspettare che si accenda per poi introdurre gli altri elementi e così via.

 

"Bastoncini piumati" e "manganellate"

Se non abbiamo a disposizione dei pezzi di legno della dimensione adeguata, potremo ricavarla dividendo pezzi voluminosi in pezzi più piccoli. A questo scopo può essere utile la tecnica del "batoning" (ovvero manganellare), ovvero battere sul dorso della lama del coltello con un legno per farlo affondare gradualmente nel legno da tagliare.

 

Un'altra utilissima tecnica di preparazione del legno è quella dei "feather stick" ovvero bastoncini piumati. Si prende un ramoscello ed il coltello e tagliando lontano da se si cerca di intagliare nel ramoscello quanti più trucioli di legno possibile, senza però che questi si stacchino dal ramoscello. Se un truciolo si stacca, poco male, lo si mette da parte per usarlo nel processo di accensione assieme alle foglie secche o all' esca da fuoco. Il ramoscello così intagliato avrà un rapporto tra superficie e volume notevole e sarà quindi molto facile che si accenda e mantenga il fuoco.

 

Un'altro modo per creare dei "feather stick" con legna verde o molto fibrosa è quello di battere il ramoscello tra due sassi in modo da far sfrangiarne un'estremità. Alla fine ci ritroveremo in mano qualcosa di simile ad un pennello: compatto dalla parte del manico e molto sfrangiato dalla parte opposta. La parte sfrangiata prenderà fuoco molto facilmente e trasferirà le fiamme alle parte via via più spessa verso il "manico".

 

Quale legna scegliere

Se ci troviamo in una condizione in cui non abbiamo della legna da parte, dovremo ovviamente procurarcela sul posto. Ovviamente la prima discriminante sarà il fatto che sia asciutta. Per questo la prima scelta sarà quella di cercare i rami morti delle piante: legna asciutta (essendo esposta all'aria) che brucia facilmente. I rami poi, per loro natura, andranno ad assottigliarsi fornendoci già una serie di pezzature via via più sottili.

Un'altro vantaggio dei rami secchi rispetto alla legna a terra è che quest'ultima sarà già stata attaccata da molti batteri che avranno iniziato il processo di decomposizione del legno, cosa che lo renderà poco adatto a bruciare.

 

Per i Prepper di città

Se siamo in un contesto cittadino, lontanto da parchi o boschi, la reperibilità della legna è sicuramente minore. Ma non dobbiamo (mai) perdere le speranze. Ci sono un sacco di oggetti in legno che, alla bisogna, possiamo usare. La prima scelta cade su pallet da trasporto merci e cassette della frutta. I mobili in genere sono una pessima scelta essendo trattati con prodotti chimici (resine e vernici) le cui esalazioni possono essere tossiche.

In generale ci sono altri tipi di carburante che si possono usare, ma bisogna sempre stare alla larga dai prodotti di sintesi e dalla plastica. Un prodotto usato spesso (purtroppo) sono i copertoni delle auto. Questi hanno un'altissimo potere calorico, ma i fumi neri che sviluppa sono a dir poco pestilenziali.

 


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