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Nella giornata di ieri l'Europa intera è stato teatro di dimostrazioni di piazza contro l'austerity paventata dai governi e dalle banche. Le cronache raccontando di manifestazioni che sono presto degenerate in scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. La rete presenta foto che sinceramente nessuno vorrebbe vedere e che non sono degni di paesi civili, per comportamenti inaccettabili dall'una e dall'altra parte....

Perché purtroppo pare che ci siano delle parti in quella che si sta dipingendo sempre più come una guerra tra poveri. Ma esistono queste parti? Siamo davvero divisi? Da una parte forze dell'ordine e dall'altra i manifestanti: scegliere di schierarsi con una parte qualunque e porsi contro l'altra sarebbe comunque un errore, perché la realtà è che in questo stato di cose ci siamo tutti, nessuno escluso. Se la barca affonda, affondiamo tutti. Non ci saranno distinzioni di classe che assicurano la salvezza di questo o quel gruppo di persone.

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La realtà è che non ci sono Poliziotti e manifestanti, non ci sono giovani ne vecchi, impiegati e precari. Ci sono solo Italiani. Italiani con e senza divisa, separati al più da cose senza senso come il colore politico o le squadre di calcio ma legati indissolubilmente dallo stesso debito pubblico, dallo stesso spread, dalla stessa crisi, dagli stessi problemi e dalla stessa tragica assenza di prospettive.

Gli italiani (in divisa e non) reclamano un futturo che è stato loro rubato, o che forse colpevolmente si sono lasciati portare via da sotto al naso, distratti da ogni sorta di stupidaggine. Chi questo futuro ancora crede di averlo vi si aggrappa coi denti e cerca di tenerselo stretto, chi ha capito di averlo perso e che non avrà più accesso al "futuro di una volta" (fatto di una casa, una famiglia propria, un lavoro faticoso ma onesto e una sudata pensione) e si sente preso in giro, grida la sua mancanza di speranza e di prospettive. Ma il futuro è lo stesso per tutti, e si costruisce una generazione dopo l'altra. Se saltiamo questo giro di giostra non ve ne potrà essere un'altro.

 

La Spagna e la Grecia, diventano ogni giorno più vicine. La vera preoccupazione non è la fine di questo mondo, ma che questo mondo continui ad andare avanti così.

 

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